Come da nove edizioni a questa parte, il Film Festival Diritti Umani Lugano torna a ribadire con decisione l’importanza dei diritti umani, e lo fa attraverso una selezione di film di qualità che oltre a informare rispetto a realtà poco conosciute o dimenticate, creano occasioni di approfondimento e dibattito. Dieci anni di attività hanno reso il festival il secondo più grande della Svizzera, dopo quello di Ginevra, e verranno celebrati non solo raddoppiando la durata della manifestazione da cinque a dieci giorni, ma anche attraverso l’introduzione di alcune novità.
A inaugurare i dieci giorni di proiezioni saranno infatti i film selezionati per il Concorso Internazionale di lungometraggi, alla sua prima edizione: in competizione ci saranno otto film scelti tra ottanta candidature spontanee ricevute in cinquanta giorni di apertura del concorso, che concorreranno per tre premi – Premio della giuria internazionale, Premio del Pubblico e Premio dell’ONG, quest’anno attribuito a Amnesty International. Gli otto film raccontano che provengono da Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Mongolia, India, Cina, Siria, Taiwan e Libano, e verranno proiettati sia al Cinema Lux di Massagno dal 19 al 22 ottobre, che al Cinema Iride dal 22 al 25 ottobre.
Le proiezioni dei film fuori concorso avranno luogo presso le storiche sedi del Cinema Corso e del Cinema Iride a partire dal 25 ottobre. Diverse sono le tematiche trattate dai film, che verranno approfondite attraverso incontri con registi, protagonisti ed esperti: si parla per esempio del lavoro nelle pericolose miniere d’oro del Burkina Faso con “Or de vie – A Golden Life” di Boubacar Sangaré, di un ipotetico futuro in cui il lavoro non è più necessario con “After Work” di Erik Gandini, del lavoro duro e precario degli spedizionieri su due ruote nelle città occidentali con “Life is a Game” di Luca Quagliato e Laura Carrer. I conflitti globali e le loro vittime sono ancora protagonisti: si racconta una storia di sradicamento forzato dalla guerra in “Dounia & the princess of Aleppo” di Marya Zarif e André Kadi – proposto in collaborazione con il Cinema dei Ragazzi – e si segue il viaggio di rifugiati clandestini in fuga dai Talebani in “Endless Borders” di Abbas Amini. Un altro conflitto e un’altra fuga sono quelli documentati da Maciek Hamela in “In the Rearview”, storia di civili ucraini che, costretti ad abbandonare bruscamente le loro case, si affidano all’aiuto del furgone di volontari organizzato dal regista. Ci si sofferma sull’America Latina con “Campo abierto” di Alessio De Gottardi, Emanuel Hohl, Manuel Jäggi e Matthias Müller Klug, una meditazione sul linguaggio, sul possesso e sul tempo nella steppa della Patagonia, mentre “Hijos del viento” di Felipe Monroy, racconta la ricerca della verità di tre madri durante il conflitto armato in Colombia.
La relazione tra diritti e tecnologia viene trattata in “Another Body” di Sophie Compton e Reuben Hamlyn, che racconta la ricerca di risposte e giustizia portata avanti da una studentessa dopo aver scoperto online la diffusione di pornografia deepfake con il suo volto. L’ambiente è protagonista di “La ilusion de la abundancia” di Erika Gonzalez Ramirez e Matthieu Lietaert – proposto in collaborazione con l’USI – e “Bigger than us (Un mondo insieme” di Flore Vasseur, storie di donne che lottano per proteggere la natura.
Le condizioni e le lotte delle donne vengono raccontati da “Houria” di Mounia Meddour Gens, con la storia di una ballerina che dopo un’aggressione deve accettare il suo nuovo corpo, come anche da “Jaima” di Francesco Pereira, che attraverso il rito del tè compiuto da una donna narra la storia del popolo Saharawi tra le dune del deserto. Le donne sono protagoniste anche dei due film della regista iraniana Manijeh Hekmat, che riceverà il Premio Diritti Umani per l’Autore il 27 ottobre: “Women’s prison” parla della rivolta in un carcere femminile di Teheran, e “19”, viaggio nei ricordi di una pittrice in coma dopo essere stata contagiata dal Covid19. A chiudere il festival sarà l’Orso d’oro a Berlino nel 2023, “Sur l’Adamant” di Nicolas Philibert, che racconta il lavoro di un centro per malattie mentali che galleggia sulla Senna.
Oltre alle proiezioni e ai dibattiti, vi saranno una serie di eventi collaterali chiamati Oltre Festival.
Dal 24 al 29 ottobre l’Asilo Ciani ospiterà due esposizioni: “Noi e gli altri: dal pregiudizio al razzismo” indagherà con l’aiuto della scienza su come dal pregiudizi nasca il razzismo; “I AM IA” dell’artista Fabio Intonti stimola una riflessione sulle opere d’arte generate dall’intelligenza artificiale. Tra gli eventi di Oltre Festival ci saranno anche una lettura musicale del poeta Fabio Pusterla e Terry Blue allo spazio L’Ove di Viganello, un brunch al Ristorante Nuovo Gallo d’oro a Molino Nuovo, lo spazio di incontro gestito insieme a Radio Gwen al Quartiere Maghetti, chiamato Il Caffè dei diritti. Anche quest’anno ci saranno attività dedicate agli istituti scolastici: sei sono le proiezioni a porte chiuse – e altrettanti incontri – pensate per avvicinare gli studenti delle scuole superiori a problematiche attuali sui diritti, iniziativa che ha raggiunto oltre duemila iscrizioni.
Il Film Festival Diritti Umani Lugano è dal 19 al 29.10 presso il Cinema Corso, il Cinema Iride, il Cinema Lux di Massagno.
Maggiori informazioni: festivaldirittiumani.ch