In un periodo di prolungato disorientamento in cui la Terra brucia non solo per questioni ambientali ma anche nel campo delle relazioni tra gli esseri umani, è ancora più importante tenere alto un senso di comunità tra i suoi abitanti. Attraverso la potenza dell’immagine il Film Festival dei Diritti Umani si propone di raccontare storie, portare testimonianze e sollevare quesiti aprendo il dialogo con numerosi ospiti su quello che accade attorno a noi, oggi.
I 30 film in cartellone, tra cui si contano 13 prime svizzere, tematizzeranno diversi diritti umani oggi minacciati, a cominciare da quelli compromessi a causa dei conflitti in Ucraina e Palestina, che verranno raccontati da più titoli, come “Songs of slow burning Earth” di Olha Zhurba, diario audiovisivo della caduta dell’Ucraina nell’abisso della guerra totale descrive i sottili cambiamenti nella società del paese; “Photophobia” di Ivan Ostrochovský e Pavol Pekarčík, la storia di due adolescenti ucraini costretti a rifugiarsi nella stazione della metropolitana di Kharkiv; “Z32” di Avi Mograbi, testimonianza di un ex soldato israeliano, ora pentito, che ha partecipato a una operazione di rappresaglia nei confronti di poliziotti palestinesi, “From Ground Zero, part I”, un progetto che riunisce 22 cortometraggi realizzati da registi di Gaza. Tra i titoli che verranno presentati, anche “Riverboom” di Claude Baechtold, l’odissea selvaggia di tre giovani giornalisti di guerra nel caos dell’Afghanistan, poco dopo gli attentati dell’11 settembre 2001; “Twice colonized” di Lin Alluna, che racconta la storia dell’avvocatessa Inuit Aaju Peter e della sua lotta per i diritti del suo popolo; “Il Parco della Speranza” di Bruno Bergomi, sull’evoluzione del mondo della psichiatria in Ticino; “Razing Liberty Square” di Katja Esson, sulla gentrificazione climatica a Miami; “The Black Garden” di Alexis Pazoumian, sulla vita nel territorio di conflitto secolare del Nagorno-Karabakh; “Il popolo delle donne” di Yuri Ancarani, che illustra il rapporto fra la crescente affermazione sociale delle donne e l’aumento della violenza sessuale maschile; “Tehachapi” di JR, racconto sull’esperienza dell’artista francese nella prigione di massima sicurezza più violenta della California.
Alle proiezioni (tutte in italiano o sottotitolate in italiano), seguiranno incontri di approfondimento con registi dei film ed esperti nel campo dei diritti umani. Fra gli ospiti, il regista Yuri Ancarani, la direttrice di Amnesty International Ucraina Veronika Velch, la giornalista Chitra Subramaniam che incontrerà le scuole, il regista israeliano Avi Mograbi, che sarà insignito del Premio Diritti Umani per l’Autore 2024, e la giuria del concorso: Catherine Bizern, Daniele Gaglianone e Sabine Gebetsroither.
Otto dei film presentati parteciperanno alla seconda edizione del concorso internazionale di lungometraggi: i film, selezionati tra circa cento candidature arrivate da tutto il mondo, si contenderanno tre premi (della giuria, del pubblico e dell’ONG di quest’anno, FRASI). Sei film saranno proiettati durante l’orario scolastico per un pubblico di studentesse e studenti delle scuole superiori – una occasione per avvicinare i giovani a temi di grande importanza. Il programma, arricchito da collaborazioni con realtà e ONG del territorio, prevede inoltre una masterclass aperta a studenti e pubblico tenuta dal regista italiano Daniele Gaglianone, in collaborazione con CISA – Conservatorio Internazionale Scienze Audiovisive. Numerosi sono infine gli appuntamenti Oltrefestival, eventi che portano il Festival fuori dalla sala cinematografica.
Il Film Festival dei Diritti Umani Lugano è dal 10 al 20.10 nelle sale del Cinema Corso, del Cinema Iride e del Cinema LUX art house.
Maggiori informazioni: festivaldirittiumani.ch