9° edizione del Film Festival dei Diritti Umani Lugano

Dal 19 al 23 ottobre torna il Film Festival dei Diritti Umani Lugano: cinque giornate dedicate al cinema di qualità che stimola la riflessione sui diritti umani. Una programmazione di 26 titoli da tutto il mondo, incontri di approfondimento e dibattiti con ospiti locali e internazionali, e una esposizione.
13 Ottobre 2022
di Silvia Onorato
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Dal 2014 il Film Festival dei Diritti Umani Lugano propone una selezione di film di qualità che pongono al centro i diritti umani, la loro violazione, la loro conquista e riconquista. Un’occasione per conoscere e riflettere, grazie agli incontri di approfondimento e ai dibattiti che seguono le diverse proiezioni, con esperti, registi, protagonisti e ospiti internazionali e locali. Il festival, organizzato dalla Fondazione Diritti Umani, collabora con istituzioni e ONG come Sacrificio Quaresimale, Amnesty International, Medici senza Frontiere, unite nell’intento di promuovere la consapevolezza riguardo alla situazione dei diritti umani, che come la società sono in continua evoluzione. Un festival che pone al centro la proposta per i giovani, dedicando parte della programmazione e degli incontri agli studenti del cantone.
Le cinque giornate prevedono una selezione a opera di Antonio Prata e della sua squadra: 26 titoli, di cui 6 cortometraggi, 9 prime svizzere e 15 prime per la Svizzera italiana, proiettati presso le due storiche sedi del Cinema Corso e del Cinema Iride. Tema imprescindibile del Festival è la guerra, considerata la situazione attuale in Ucraina, nelle regioni limitrofe, e in senso più ampio in tutto il mondo: tanti i territori di guerra vissuti dai cineasti, che con i loro racconti interrogano sulle cause dei conflitti. Ma sono diverse le lotte che affliggono il mondo di oggi: dal cambiamento climatico alle problematiche legate all’emigrazione, passando per la libertà di espressione.  

Mariupolis 2
Mariupolis 2

Il programma del Festival viene inaugurato da una prima svizzera: mercoledì 19 ottobre, dopo le prime proiezioni dedicate alle scuole, “Minsk” del regista Boris Guts porta sullo schermo la quotidianità di una giovane coppia intrecciata alle proteste della popolazione bielorussa contro le elezioni presidenziali del 2020 (19.10, 17:30, Cinema Corso, segue il dibattito “Bielorussia: il nuovo regime del terrore”). In serata, l’apertura ufficiale del Festival con “Gli orsi non esistono” (19.10, 20:30, Cinema Corso): due storie d’amore firmate dal regista iraniano Jafar Panahi, arrestato nel luglio 2022 e in attesa di scontare sei anni di pena a causa delle sue indagini sulla detenzione di un altro regista.
Giovedì 20 ottobre ci si sposta in Indonesia, con la storia di una giovane combattuta tra rispetto delle tradizioni e inseguire i propri sogni, grazie a “Yuni” (20.10, 15:30, Cinema Iride) della regista Kamila Andini. Si parla invece di emigrazione con “Europa” (20.10, 17:30, Cinema Corso) del regista Haider Rashid, la storia di un giovane iracheno al confine tra Bulgaria e Turchia che tenta si entrare in Europa (segue il dibattito “Fortezza Europa: la deriva dei diritti”).
Con “The Return: Life after ISIS” (20.10, 18:15, Cinema Iride) della regista Alba Sotorra si potranno ascoltare le testimonianze di donne occidentali che da adolescenti si sono unite all’ISIS. La giornata si concluderà con la prima Svizzera di “Mariupolis 2” (20.10, 20:30, Cinema Corso), documentario voluto e iniziato dal regista Mantas Kvedaravičius e completato dai suoi collaboratori storici, in seguito alla sua uccisione nel giugno 2022 durante il conflitto in Ucraina. Alla proiezione seguirà il dibattito “Sopravvivere e resistere alla violenza della guerra”.

El Arena
El Arena

Venerdì 21 ottobre vede la proiezione di “Je suis Noires” (21.10, 15:30, Cinema Iride) delle registe Juliana Fanjul e Rachel M’Bon: un documentario che mostra la lotta di alcune donne svizzere con discendenza africana contro il razzismo. Segue “Mariupolis 1” (21.10, 17:30, Cinema Corso) film del 2016 del regista Mantas Kvedaravičius, in cui racconta l’omonima città ucraina alla vigilia della guerra (in chiusura, approfondimento “La poesia come testimonianza, resistere alla paura”). “Instructions for Survival” (21.10, 18:15, Cinema Iride) della regista Yana Ugrekhelidze narra la storia di una persona transgender che vive in clandestinità (segue il dibattito “Il diritto all’identità”). Venerdì 21 ottobre verrà anche conferito il premio diritti umani per l’autore 2022 alla regista franco-cambogiana Neary Adeline Hay, in virtù del lavoro dedicato al genocidio cambogiano, alla sua trasmissione e alla sua elaborazione psicologica attraverso diverse generazioni. Durante il festival verranno presentate due opere della regista: in seguito alla premiazione verrà proiettato in prima Svizzera “Eskape” (21.10, 20:30, Cinema Corso), mentre sabato 22 ottobre verrà “Angkar” (22.10, 15:30, Cinema Iride), a cui seguirà il dibattito “La Cambogia, tra memoria e riappacificazione”.
Sabato 22 ottobre si apre con un’attenzione particolare alle scuole: dapprima, con le proiezioni di diversi cortometraggi sui diritti umani realizzati negli ultimi 30 anni dagli allievi del CISA di Locarno (22.10, 11:00, Cinema Corso). In seguito, la presentazione di un nuovo progetto che coinvolge gli studenti di cinema all’AKS nel campo rifugiati saharawi di Tindouf (Algeria) e del CISA di Locarno  (22.10, 14:00, Cinema Corso), con la proiezione di tre cortometraggi. Si prosegue con due prime svizzere: “Myanmar Diaries” (22.10, 17:30, Cinema Corso) di un collettivo di dieci giovani registi anonimi birmani che raccontano le tormentate vicende del loro paese (segue il dibattito “Myanmar – quale speranza per la democrazia?”), e “El Arena” (22.10, 20:30, Cinema Corso) di Jay B. Jamal, una incursione nel mondo underground dei rapper del Medio Oriente (segue il dibattito “Ritmo e poesia oltre la nera cortina” con ospiti Inoki e Chiara Fanetti).  

Klondike
Klondike

Domenica 23 ottobre, giornata conclusiva del festival, prevede quattro proiezioni presso il Cinema Corso. La prima verte sulle conseguenze del cambiamento climatico in Bolivia, “Utama” (23.10, 11:00, Cinema Corso) del regista Alejandro Loayza Grisi, a cui segue l’approfondimento “La nostra casa è in fiamme”, in collaborazione con Sacrificio Quaresimale. Dopo la consegna del premio giornalistico Carla Agustoni verrà proiettato “Little Palestine. Diary of a Siege” (23.10, 14:00, Cinema Corso) del regista Abdallah Al-Khatib, un diario filmato della vita dei civili palestinesi profughi a Damasco durante l’assedio del regime siriano. “Klondike” (23.10, 17:30, Cinema Corso) della regista Maryna Er Gorbach racconta la storia di una famiglia ucraina che vive sul confine tra Ucraina e Russia durante l’inizio della guerra nel Donbass nel 2014 (segue l’approfondimento “La guerra e la sua dolorosa penetrazione nella dimensione quotidiana”, in collaborazione con Medici Senza Frontiere). Infine, il festival si conclude con il film “Alcarràs” (23.10, 20:30, Cinema Corso) con cui la regista Carla Simón ha ricevuto l’Orso d’oro al Festival del Cinema di Berlino del 2022: un dramma familiare sulla scomparsa dell’agricoltura tradizionale.
A completare l’offerta del Film Festival dei Diritti Umani Lugano una esposizione intitolata “Finestre sull’Altrove. 60 vedute per 60 rifugiati”, progetto dell’architetto e disegnatore Matteo Pericoli, Un progetto Art for Amnesty International che racconta le diverse le storie di 60 rifugiati da varie parti del mondo. L’esposizione a ingresso gratuito è allestita presso Villa Ciani ed aperta al pubblico dal 18 al 23 ottobre.

Il 9° Film Festival dei Diritti Umani Lugano è dal 19 al 23.10 a Lugano presso il Cinema Corso e il Cinema Iride.
Maggiori informazioni: festivaldirittiumani.ch

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