“Futura!” è una collezione di documentari svizzeri usciti nel 2022 composta da dieci episodi girati da dieci registe e registi con meno di 40 anni provenienti dalle regioni linguistiche svizzere – ogni episodio, di 15 minuti, è uno sguardo su una comunità presente in Svizzera, ma anche sul futuro. Il progetto, nato da un’idea di Nicolas Wadimoff e Palmyre Badinier, propone storie raccontate in modo diretto, sperimentale, “in immersione”, riflettendo su convivenza, confini, alterità, impegno, varietà dei possibili futuri. Il documentario è stato coprodotto da tre case di produzione indipendenti, ognuna da una regione linguistica: AKKA Films per la Svizzera francese, Dschoint Ventschr Filmproduktion per la Svizzera tedesca, e Cinédokké per la Svizzera italiana, con la collaborazione di RTS, SRF, RSI, SRG SSR e Play Suisse. Nel 2022 “Futura!” ha partecipato al Zurich Film Festival e al Festival internazionale del film di Ginevra e a Castellinaria di Bellinzona. Durante la serata del 27 aprile verranno proiettati due cortometraggi della raccolta e a seguire sarà possibile dialogare con le registe Agnese Làposi e Milly Miljković, e alcuni protagonisti dei cortometraggi. Ne parliamo con Laura Donato, della casa di produzione ticinese Cinédokké.
Come è nato “Futura!”? Come è stata coinvolta Cinédokké nel progetto?
Il progetto nasce da un’idea di Nicolas Wadimoff, regista e produttore di Ginevra che ha voluto parlare di comunità millennial dando la parola ai millennial. Poco dopo aver posto le basi del progetto, Nicolas ha coinvolto la casa di produzione Dschoint Ventschr di Zurigo e noi di Cinédokké, con l’obiettivo di realizzare un progetto a livello nazionale, raccontando comunità dalla Svizzera francese, tedesca e italiana.
Cinédokké ha coprodotto il documentario, insieme a AKKA Films della Svizzera francese e Dschoint Ventschr Filmproduktion della Svizzera tedesca. Che esperienza è stata per voi?
È stata un’esperienza collaborativa, più ampia di quella che normalmente si è abituati per una semplice produzione. Da subito AKKA Films ha ricoperto un ruolo di coordinamento del flusso di lavoro, anche se tutte le parti sono state coinvolte per discutere ogni tappa del processo. Ogni casa di produzione ha prodotto i cortometraggi di sua competenza linguistica, mantenendo un continuo confronto con le altre produzioni, ma anche con Play Suisse e le unità aziendali della Radiotelevisione svizzera che hanno cofinanziato il progetto.
Ci incontravamo per lo più da remoto – all’inizio del progetto si era ancora in periodo pandemico; sono stati momenti importanti, perché hanno permesso di conoscerci, tra registi e partecipanti al progetto.
Allo Studio Foce verranno proiettati due cortometraggi, il primo è “Le più lunghe antenne”. Chi è la regista e chi sono i protagonisti?
La regista di “Le più lunghe antenne” è Agnese Làposi, che si è formata all’ECAL (École Cantonale d’art de Lausanne) e alla scuola di documentario di Lussas in Francia. I protagonisti sono Marko Miladinović e la comunità del Poetry Slam. Marko è l’organizzatore dei Poetry Slam in Ticino, la persona che insieme alla sua comunità fa vivere un movimento globale in Ticino, rendendo la poesia parte integrante della quotidianità.
Il secondo cortometraggio è “Veverice”.
“Veverice” ha la regia di Milly Miljković, giovane regista, animatrice e illustratrice – il suo cortometraggio si caratterizza anche per delle animazioni. Protagonista del suo documentario è Vladimir Nikolić, direttore artistico dell’associazione SKUD Branko Radičević e del gruppo di danza folcloristica serba Veverice (Scoiattoli). Al momento del documentario il gruppo vive un momento di disgregazione; la sfida è capire se riuscirà a riunirsi e a ballare nuovamente a livello competitivo.
“Futura!” racconta dieci comunità di giovani svizzeri. Qual è l’impressione che ti ha lasciato questo progetto?
Quella di aver ritratto una moltitudine di diversità che coesistono e si rispettano, pur non toccandosi mai. Una moltitudine coesa, ben inserita nel contesto in cui è inserita, e al contempo non vincolata a un’area geografica e linguistica: alcune situazioni succedono in campagna o in contesti urbani, ma al di là di questo non è importante sapere che sia Ginevra, Zurigo o Lugano, la campagna basilese o la Val di Blenio. Ogni situazione potrebbe ricrearsi in altri contesti.
Per noi come produzione – ma anche per i registi – è stata un’occasione per scoprire realtà che non conoscevamo, per avvicinarsi a storie che testimoniano i cambiamenti della società. La serie si chiama “Futura!” perché vuole rappresentare collettività di giovani che saranno gli adulti del futuro, raccontate dalle e dai propri coetanei. È una fotografia dell’attualità: se avessimo fatto questo esperimento 30 o 50 anni fa avremmo visto realtà molto diverse da quelle di oggi; e se replicassimo questo esperimento tra 30 o 50 anni, vedremmo qualcosa di ancora diverso, probabilmente ancora più complesso.
“Le più lunghe antenne” e “Veverice” verranno proiettati il 27.04 alle 18:30 allo Studio Foce nel contesto della rassegna Agorateca Incontri.
Maggiori informazioni: foce.ch