Il viaggio verso la compassione di Hu Junjun

Dal 25 luglio al 3 novembre al MUSEC è allestita “The Journey to Compassion”, prima esposizione in Europa dell’artista cinese Hu Junjun. Una selezione di 38 opere realizzate tra il 2015 e il 2024 per immergersi nella spiritualità buddista.
25 Luglio 2024
di Silvia Onorato
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Hu Junjun, "Unlimited Nirvana No.9", 2022 © Hu Junjun Studio
Hu Junjun, “Unlimited Nirvana No.9”, 2022 © Hu Junjun Studio

L’esposizione, curata da Giancarlo Ermotti e Massimiliano Vitali, è il sesto progetto di Global Aesthetics, ciclo che il Museo delle Culture ha fondato due anni fa con l’obiettivo di indagare in modo multidisciplinare il divenire della cultura globale e il contaminarsi delle culture locali. Hu Junjun nasce a Shanghai nel 1971; negli anni ’90 si trasferisce a Pechino, nel quartiere degli artisti Yuanmingyuan, per dedicarsi da autodidatta alla pittura e alla poesia. La produzione poetica di Hu Junjun riflette lo spirito di una generazione di giovani in cerca di una nuova identità, in un’epoca di modernizzazione e liberalizzazione in cui gli artisti contemporanei ricercavano nuove fonti di ispirazione in Europa e negli Stati Uniti. Nel 1998 si trasferisce a New York con il futuro marito Zhang Huan, dove prosegue la sua ricerca artistica; proprio a New York nel 2003 entra accidentalmente in contatto con un centro di meditazione buddista, evento che genera un profondo cambiamento nella sua vita di. Da quel momento, l’artista inizia un percorso spirituale nutrito dallo studio e dalla pratica quotidiana; un percorso che fornisce risposte alle domande esistenziali personali di Hu Junjun da un lato, e che permea la sua ricerca artistica dall’altro. L’artista si concentra infatti sulla figura del Buddha, ritratto nella posizione distesa sul fianco destro con il braccio che sorregge il capo, ovvero in posizione del Nirvana – lo stato supremo di saggezza di chi non abita più nel saṃsāra, il ciclo inconcludente di nascite e morti. La figura ricorre in tutte le opere esposte al MUSEC: nelle 34 tele a olio di piccole e grandi dimensioni, come nelle 4 sculture realizzate con frammenti di stoffa recuperati dal mondo della moda e cuciti insieme. La rappresentazione del Buddha, la postura del suo corpo, i diversi stili del manto che lo avvolge, il capo sormontato dalla crocchia di capelli, i lobi allungati delle orecchie e, ancora, la serenità emanata dalle labbra lievemente piegate nel sorriso, testimoniano l’approfondito studio che Hu Junjun ha condotto sulla pittura e la statuaria buddhista della Dinastia del Nord (386–581 d.C.). Una ricerca che non indica tanto un risultato estetico quanto la condivisione di una esperienza di illuminazione, vissuta e rinnovata attraverso la pratica quotidiana. Il messaggio è quello di una profonda compassione, frutto della consapevolezza che tutte le vite hanno pari valore: il Buddha non ha una posizione di rilievo, non è rappresentato come una divinità o un sé individuale; il Buddha è un uomo come gli altri uomini.

Hu Junjun, "Love in Nirvana No. 5", 2021 © Hu Junjun Studio
Hu Junjun, “Love in Nirvana No. 5”, 2021 © Hu Junjun Studio

“Hu Junjun. The Journey to Compassion” è al MUSEC dal 25.07 al 03.11.
Maggiori informazioni: musec.ch

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