Concittadini, coetanei, amici e appassionati di Judo, un giorno su una spiaggia di Nizza Yves Klein e Arman decisero di spartirsi l’universo: a Klein il cielo, ad Arman la terra. Da qui i due artisti elaborarono due linguaggi opposti e complementari: Klein si soffermava sul vuoto, sull’immaterialità; Arman sul pieno, sulla sovrabbondanza di oggetti nella società dei consumi. Entrambi parteciparono alla fondazione del Nouveau Réalisme, che avvenne nel 1960 nell’atelier parigino di Klein, insieme al critico d’arte Restany e agli artisti Francois Dufrêne, Raymond Hains, Martial Raysse, Daniel Spoerri, Jean Tinguely, Jacques Villeglé; un movimento che voleva cercare nuovi modi di vedere il reale, e che nel 1970 celebrò i suoi funerali con una cena a Milano.
Klein e una spiritualità guidata dal pensiero zen, da un lato; Arman e una indagine sull’oggetto che riprende la riflessione iniziata da Marcel Duchamp, dall’altro: questo è il dialogo frontale proposto dall’esposizione “Yves Klein e Arman. Le Vide et Le Plein”.
Curata da Bruno Corà e con allestimento di Mario Botta, la mostra si sviluppa in cinque ambienti dove 60 opere di Klein e Arman si trovano faccia a faccia, procedendo per coppie tematiche. La prima oppone le monocromie di Klein alle impronte di Arman: nove monocromie realizzate tra il 1955 e il 1959 con pigmenti puri opposte a impronte di timbri inchiostrati su carta o pannello. Seguono le antropometrie di Klein e le accumulazioni di Arman: cinque impronte di corpi di modelle in movimento, cosparse di pigmento puro blu e resina sintetica, “tracce di vita” registrate durante una sessione di arte performativa del 1960, poste di fronte alle accumulazioni di oggetti come pirottini, viti, bobine di filo di ferro, lampadine, rasoi elettrici. Il dialogo prosegue con le spugne monocrome di Klein, opposte alle collere di Arman: strumenti musicali a corde, dal violoncello alla chitarra, dissezionati e congelati nella loro distruzione. Gli elementi naturali entrano ancora nelle opere di Klein: le cosmogonie, elaborazioni di pigmento puro blu da parte di pioggia, sole, vento, e le pitture realizzate con il fuoco; dall’altra parte, le accumulazioni diventano industriali, con bielle e parti di carrozzeria delle industrie automobilistiche Renault, ripetute in uno slittamento di forme che richiama il linguaggio futurista.
L’esposizione presenta una selezione di opere appartenenti alla Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, agli archivi Yves Klein e ad altre collezioni private. In esposizione anche la collezione permanente, con opere di Giacomo Balla, Jannis Kounellis, Wolfgang Laib, Michelangelo Pistoletto.
“Yves Klein e Arman. Le Vide et Le Plein” è dal 22.09.2024 al 12.01.2025 alla Collezione Giancarlo e Danna Olgiati.
Inaugurazione il 21.09.2024 alle 18:00.
Maggiori informazioni: collezioneolgiati.ch