Come stai vivendo questo momento particolare?
Stiamo vivendo una situazione che fino ad oggi avevo visto solo in alcuni film e non è facile cambiare le proprie abitudini. Per noi operatori culturali il momento è ancora più drammatico perché viviamo da sempre in una situazione precaria anche quando le cose vanno bene. Abbiamo dovuto annullare diversi spettacoli che erano pronti per andare in scena, abbiamo perso molte altre commesse artistiche e come MAT abbiamo dovuto reinventare la nostra didattica, spostandola su piattaforme online.
Ammetto che la paura del domani è tanta perché il rischio che mille sacrifici vadano in fumo c’è, inutile negarlo.
Mi auguro che quando questo incubo finirà, ci sarà più chiaro quanto siano importanti i rapporti umani, quanto sia bello un abbraccio, quanto sia bello il legame famigliare e mi auguro che ci potrà essere più rispetto tra le persone e che agiremo con meno egoismo.
Quale libro, film, brano musicale o attività consiglieresti a chi si trova a casa?
Siccome avrei dovuto debuttare con la produzione “Risvegli”, mi permetto di consigliare la lettura dell’omonimo romanzo scritto da Oliver Sacks.
Cosa vorresti dire ai lettori?
La speranza è che la popolazione ticinese si ricordi che cosa significhi un mondo senza cultura e che per questo motivo sosterrà con una presenza massiccia nei teatri, nei cinema e nelle sale concerti la rinascita della cultura locale.