“Nuove prospettive per il gesto editoriale”- Intervista a Giacomo Galletti

Giacomo Galletti presenta "Print out loud: libri d’artista ed editoria underground”, in dialogo con Giulia Brivio di Artphilein Editions. L’incontro, organizzato in collaborazione con Artphilein Editions & Bookstore, ha luogo il 9 maggio presso lo Studio Foce nel contesto di Agorateca Incontri.
04 Maggio 2023
di Silvia Onorato
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“Print out loud: libri d’artista ed editoria underground” è un viaggio storico e contemporaneo nel mondo della stampa e dell’editoria d’arte. Dalla metà del Novecento a oggi, lo sviluppo dei processi di stampa ha permesso al libro di diventare un mezzo di comunicazione ed espressione artistica sempre più democratico, accessibile e indipendente. Duplicatori stencil, risograph, stampa digitale, hanno rivoluzionato il mondo dell’editoria e sono diventati strumenti prediletti di artisti e artiste, che scelgono la pratica editoriale come pratica artistica, trasformando il libro in un’opera d’arte.

La pratica editoriale come pratica artistica. Quali sono le opere di riferimento?
La storia del libro (nelle sue molte possibili interpretazioni) come medium artistico ha, se consideriamo solo gli ultimi 100 anni in occidente, diversi celebri esempi di come artiste e artisti hanno esplorato questo particolare formato. Vengono subito in mente il “libro imbullonato” di Depero, i libri-oggetto di Fluxus, Twentysix Gasoline Stations, lo “Xerox Book” del ‘68, le edizioni di Dieter Roth.
Parte della mia ricerca si concentra però sui fenomeni di auto-pubblicazioni esplosi a partire dalla seconda metà del ‘900 e sull’enorme e in parte non riconosciuto impatto culturale, politico e di cultura visuale generato dalla vastità del publi-verso di edizioni casalinghe, fanzine e riviste prodotte nei contesti dei movimenti di lotta sociale, di liberazione sessuale, delle sottoculture musicali e del fumetto underground.

Qual è stato il cambiamento più grande nella stampa dell’arte degli ultimi 70 anni?
Diversi cambiamenti tecnici e culturali hanno innescato molteplici diramazioni nelle forme e nei significati assunti dalle pubblicazioni d’arte dagli anni ‘50 in poi, guardando i libri citati prima si possono trovare alcuni esempi di come il formato libro è stato decostruito, prodotto in modi del tutto nuovi e diffuso in maniera non convenzionale.
Sicuramente però uno dei più grandi cambiamenti è di tipo tecnico: l’introduzione dei duplicatori stencil (ciclostile) e della stampa elettrostatica (Xerox) ha stravolto per sempre i mezzi che permettono la riproducibilità delle immagini e dei documenti, l’accessibilità agli strumenti per farlo ed il costo di tali operazioni. “Print out loud” si concentrerà proprio su questo, come cioè la democratizzazione dei processi di stampa ha introdotto nuove prospettive per il gesto editoriale.

© Complice Press, Lugano
© Complice Press, Lugano


Viviamo in un mondo in cui la fruizione digitale è sempre più comune – un mondo in cui stampare sembra non essere più necessario. Qual è l’aspetto che viene perduto nel consultare un libro digitale?
Non parlerei di aspetti “perduti” perché non sono a parer mio uno (il digitale) il corrispettivo dell’altro (analogico) se non in termini di “contenuto”. Se si pensa alle biblioteche digitali ad esempio esse rendono possibili una velocità e accessibilità del tutto nuove.
Un libro, d’altro canto, oltre che essere un supporto materiale per conservare e veicolare delle informazioni è anche un’esperienza fisica e temporale che non ha corrispettivi nel digitale. La carta, il peso, il design, le tecniche di stampa, il piacere del collezionismo.

Secondo lei qual è il futuro del libro stampato?
Alessandro Ludovico ha definito la più volte annunciata morte della carta come una delle profezie più sfortunate della storia. È chiaro che il supporto cartaceo con l’avvento del digitale ha perso il suo primato in quanto supporto per un certo tipo di informazioni, opere o prodotti. Ma non penso che possa scomparire davvero. Per quanto mi riguarda l’idea di mettere su carta qualcosa ai giorni d’oggi pone più che altro una questione di tipo ecologico, se si pensa all’enorme dispendio di energia e lavoro sulla lunga filiera che porta qualcosa ad essere stampato la domanda da farsi è che cosa vale la pena di essere fatto e cosa no. Non va dimenticato che anche il digitale ha un costo ecologico alto e soprattutto spesso invisibile. Per questo infatti la stampa artigianale o in piccole quantità con materiali di alta qualità sta beneficiando di un forte interesse da chi pubblica e da chi progetta.

Giacomo Galletti presenta “Print out loud: libri d’artista ed editoria underground” il 09.05 alle 18:30 presso lo Studio Foce nel contesto della rassegna Agorateca Incontri.
Maggiori informazioni: foce.ch

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