Il ponte che è stato costruito dalla clinica è quello verso il lavoro: il progetto propone infatti un percorso di inserimento scolastico e professionale per sei giovani richiedenti l’asilo ogni anno, nei vari settori della clinica, per il conseguimento di un diploma che permetterà loro di integrarsi nel mondo del lavoro in Svizzera. Abbiamo intervistato alcuni di questi ragazzi per conoscere le loro storie e i loro desideri per il futuro. Oggi conosciamo un partecipante, Musa.
Qual è il tuo paese d’origine?
L’Afghanistan.
Perché sei dovuto scappare?
Per gravi problemi famigliari (la mia vita era a rischio).
Come è stato il tuo primo approccio con la Svizzera?
Siccome prima di arrivare in Svizzera ho girato per più di un anno con tanta fatica tra la Turchia, la Grecia e l’Italia, appena arrivato in Svizzera mi sono sentito tranquillo, protetto e felice ma non riuscivo a crederci perché tutto sembrava troppo perfetto. Ero preoccupato per il futuro ma ero anche ottimista.
Come è cambiata la tua vita quando sei entrato a far parte del progetto IntegraTI?
Essendo uno dei primi ad aver cominciato il progetto e dato che tutto era nuovo, mi sono fidato, perciò mi sono impegnato a svolgere bene e a terminare con successo le diverse fasi previste per noi primi partecipanti. Ho portato al termine gli stage ed ho cominciato la scuola, poi mi sono diplomato ed ho firmato il contratto, ero felicissimo (non stavo nella pelle) perché avevo raggiunto il mio primo obiettivo che era quello di trovare un vero posto di lavoro.
Che lavoro stai svolgendo attualmente?
Assistente di cura.
Quali sono i tuoi piani e le tue speranze per il futuro?
Il mio piano più importante è riuscire ad ottenere il permesso B per poter uscire dalla Svizzera, viaggiare e vedere il mondo. Le mie speranze per il futuro sono: rimanere a vivere in Svizzera, costruire una famiglia ad avere una vita felice.
Ti senti integrato?
Sì, ma mi sento comunque di una cultura diversa.
Cosa vorresti che la gente sapesse del tuo paese?
Bisognerebbe sapere che la guerra in Afghanistan non è più solo una guerra ma un lavoro, un modo per guadagnare che tanti hanno interesse a tenere in vita. È un pasticcio.
Se la situazione nel tuo paese diventasse sicura, ci torneresti?
No, perché nel mio caso non è la situazione del paese che mi ha obbligato a fuggire.
Cosa ti piace di più del Ticino?
Le sue montagne verdi.
E di Lugano?
Il lungolago.
Piatto preferito ticinese?
Non ho un piatto preferito ma mi piacciono il risotto e la polenta.