Scolpire il tempo per Alexander Calder

Dal 5 maggio al 6 ottobre la sede LAC del MASI ospita “Sculpting Time”, la più completa mostra monografica dedicata allo scultore statunitense Alexander Calder da una istituzione pubblica svizzera negli ultimi cinquant’anni. In esposizione, trenta opere realizzate tra il 1931 e il 1960 che raccontano come Calder abbia rivoluzionato la scultura introducendovi il movimento e la dimensione temporale.
04 Maggio 2024
di Redazione Lugano Eventi
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Alexander Calder, “Quatre systèmes rouges”, 1960. Photo credit: Louisiana Museum of Modern Art / Poul Buchard / Brøndum & Co © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Alexander Calder, “Quatre systèmes rouges”, 1960. Photo credit: Louisiana Museum of Modern Art / Poul Buchard / Brøndum & Co © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

“Sculpting Time” è il titolo dell’esposizione che il MASI dedica ad Alexander Calder (1898, Lawnton, Pennsylvania – 1976, New York City), annoverato tra i più influenti scultori del ventesimo secolo. L’esposizione raccoglie opere provenienti da collezioni pubbliche e private internazionali; curata da Carmen Giménez e Ana Mingot Comenge, si sofferma sulla dimensione temporale introdotta da Calder nella scultura, ma anche sull’uso innovativo di materiali e tecniche che hanno permesso allo scultore di catturare momenti fugaci.
Proveniente da una famiglia di artisti, Calder sviluppa un nuovo modo di scolpire, il wire sculpture: piegando il filo metallico, Calder disegna figure tridimensionali prive di massa e così ritrae amici e animali – personaggi che compongono il Cirque Calder, un circo in miniatura di sculture in filo meccanizzate. Nel 1926 Calder si trasferisce a Parigi, dove prende parte all’avanguardia. A partire dagli anni ’30 il suo lavoro si sposta verso l’arte astratta, aprendo nuove prospettive sulla scultura: le sue opere non oggettive, chiamata da Calder densités, sphériques, arcs e mouvements arrêtés, sviluppano i concetti di movimento e di tempo in una forma d’arte solitamente statica.

Alexander Calder, “Triple Gong”, c. 1948. Photo courtesy Calder Foundation, New York / Art Resource, New York. © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Alexander Calder, “Triple Gong”, c. 1948. Photo courtesy Calder Foundation, New York / Art Resource, New York. © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York


Calder realizza stabiles, opere che esplorano il movimento implicito – come “Croisière” (1931), in cui fili sottili delineano un volume curvilineo a cui sono connesse due piccole sfere dipinte in bianco e nero. Ma è con i mobiles che compie una vera rivoluzione: sculture i cui elementi sospesi si muovono e si bilanciano in un’armonia sempre mutevole, in continuo dialogo con l’ambiente circostante; opere che rispondono ad ogni minimo cambiamento dell’aria e della luce, vibrando nell’imprevedibilità del tempo e dei suoi diversi momenti. La mostra presenta una selezione dei mobiles più emblematici di Calder, come “Eucalyptus” (1940), esposto per la prima volta nel 1940 alla Pierre Matisse Gallery di New York e in seguito incluso nelle principali mostre allestite durante la vita dell’artista; ma anche come “Arc of Petals” (1941) e l’imponente “Red Lily Pads” (1956). La mostra presenta inoltre una selezione di constellations, serie di sculture astratte realizzate a partire dal 1943 con fili metallici e legno.

“Calder. Sculpting Time” è dal 05.05 al 06.10 al MASI, sede LAC.
Maggiori informazioni: masilugano.ch

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