Il primo incontro al Foce ti vedrà protagonista insieme a Vittoria Fragapane. Di cosa parlerete?
Insieme a Vittoria, curatrice di Artphilein, parlerò del libro d’artista e del mondo che lo circonda: che cosa è, quali forme assume, qual è la sua storia, che significato ha oggi, che differenza può esserci tra un libro e una mostra, come viene affrontato dalle artiste e artisti e come dai curatori. Vittoria e io ci occupiamo di editoria e di arti visive, sotto profili simili e diversi allo stesso tempo: io mi occupo di curare e produrre libri d’artista, Vittoria è anche fotografa e grafica. Cercheremo quindi di raccontare il libro d’artista sia da un punto di vista professionale: come un progetto editoriale nasce, cresce, si sviluppa; sia da un punto di vista storico-artistico, soffermandoci su quali concetti riesca a esprimere una forma d’arte così particolare e diffusa.
Quando è nato il libro d’artista?
Possiamo collocare l’origine del libro d’artista nel periodo delle avanguardie storiche: in quegli anni gli artisti si sono infatti avvicinati alla forma del libro, intuendo che potesse essere uno spazio artistico dove agire e con regole che potevano anche essere sovvertite – come ad esempio i futuristi e i dadaisti. In realtà poeti e artisti già dal XIX secolo sono stati affascinati da questa forma espressiva e l’hanno provata, fatta propria, spesso scardinando le linee di narrazione classiche. Quello che oggi intendiamo per libro d’artista, però, nasce negli anni ’60, quando gli artisti concettuali hanno trovato nel libro un alleato che potesse concretizzare e veicolare opere prive di materia; questa forma d’arte ha inoltre conosciuto un boom dall’inizio del XXI secolo ai giorni nostri.
Come si configura la collaborazione tra editori di libri d’arte e artisti?
La collaborazione con le artiste e gli artisti è la parte più bella ed emotivamente coinvolgente del mio lavoro, ancor più del risultato finale. Quando ci si approccia al libro d’artista, infatti, si entra in contatto diretto, non solo con l’universo artistico dell’autrice/autore, ma anche con competenze uniche e specifiche: quelle artigianali degli stampatori e legatori, quelle di poeti, scrittori, traduttori, in un appassionante lavoro di squadra. È molto interessante capire insieme all’artista le potenzialità e i limiti e della carta, della rilegatura, di una copertina; inizialmente infatti si ragiona su quello che si desidererebbe produrre, senza porsi limiti; in un secondo momento si cerca di capire cosa sia possibile realizzare e cosa no – ci sono alcuni stampatori più sperimentali che ci assecondano, altri (pochi) che ci fermano dicendo “è fantascienza”. Molto dipende anche dal grado di esperienza degli artisti: alcuni sono abituati a lavorare con il libro e hanno le idee chiare, altri sono agli inizi ed è quindi indispensabile fare una breve “formazione” sulle caratteristiche del libro d’artista per poter raccontare e rappresentare un’opera.
Il secondo incontro avrà come protagonista Gian Marco Sanna, che presenterà il suo libro “Paradise”. Come si è sviluppata la vostra collaborazione?
La collaborazione con Gian Marco Sanna è nata grazie a Liquida Photofestival, un festival di fotografia che si svolge a Torino, Vittoria, insieme alla direttrice artistica Laura Tota, si è occupata dei premi e mostre della sezione del Liquida Grant. Uno dei premi legato al concorso era infatti la pubblicazione di un libro d’artista grazie alla collaborazione con Artphilein Editions.
“La Terra è il Paradiso l’Inferno è non accorgersene”, Sanna ispirato da quest’aforisma di Jorge Luis Borges mostra una versione distopica del mondo attraverso un filtro rosso e immagini scure. L’estetica rossa e scura definisce il significato concettuale ed emotivo dell’intero progetto. Mentre il rosso crea un’atmosfera inquieta, l’allerta per un futuro che è interconnessa con il progressivo peggioramento dello stato delle condizioni ambientali e della biodiversità su scala globale, i neri evocano un sentimento più radicato, ma profondo, che corrispondono al qui e ora. Vittoria e Gian Marco hanno iniziato in primis a lavorare sull’editing fotografico, successivamente, come l’editoria d’artista concede, nella creazione per esporre al meglio le immagini, il libro, che diventa luogo scelto con consapevolezza per progettare e soprattutto, come ogni luogo fa, esporre il proprio lavoro. Un lavoro realizzato a sei mani, grazie alle parole di Matteo Paolucci, che descrivono la visione di Sanna, coinvolgente, facendoci immaginare ciò che non è ancora arrivato, ma che potenzialmente potrebbe arrivare.
Il primo incontro in collaborazione con Artphilein e Boîte Editions, “Arte contemporanea a forma di libro”, è l’11.10 presso il Foyer Foce.
Maggiori informazioni: foce.ch