In questo periodo in cui il mondo culturale ticinese ha dovuto “abbassare il sipario”, abbiamo chiesto a personaggi del mondo artistico-culturale di raccontarci come vivono questo momento e di darci qualche spunto per trascorrere il tempo ciascuno a casa propria.
Oggi è il poeta e promotore culturale Fabiano Alborghetti a parlarci.
Come stai vivendo questo momento particolare?
I miei ritmi, non sono stati particolarmente soverchiati dal cambio di passo; già normalmente vivo riparato, sono un animale da scrivania. Ho però potuto elargire tempo al mio tempo: passare a una bassa definizione, indugiare, osservare. Non più accecati dai bagliori al fosforo della frenesia possiamo comprendere che rallentare è sontuosamente possibile.
Quale libro, film, brano musicale o attività consiglieresti a chi si trova a casa?
Un libro: "L’arte sopravvivrà alle sue rovine" dell’artista Anselm Kiefer: riflessioni che non necessariamente ancorano alla sola arte visuale ma estendono a ogni atto creativo che consapevolmente o meno interseca col mito, la tradizione, la storia, letteratura e poesia. Un brano musicale è del compositore Nils Frahm: "Toilet brushes – more" dove suona le corde del pianoforte con spazzole da gabinetto. Sembra una boutade ma è la complessità del limite superabile, l’innovazione per creare grandezza.
Cosa vorresti dire ai lettori?
La cura e l’empatia avuta per gli altri: ricordiamolo quando tutto sarà alle spalle. Bisognerà continuare ad avere cura, sensibilità, rispetto. Essere presenti anche per altri usi, essere quella seconda logica per provare a capire l’esperienza dell’altro. Attraversare la stagione delle certezze ed essere sempre un abbraccio tra fragili.
A cura di Manuela Masone