Le declinazioni dell’amore in scena al FIT

“Quest’anno riprendiamo dai sentimenti, e proviamo a parlare di amore e di altre cose” esorta Paola Tripoli, Direttrice artistica del FIT. Il filo conduttore della 30° edizione del FIT – Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea è proprio l’amore, simboleggiato da un maestoso cervo che ci scruta dalla locandina.
09 Settembre 2021
di Silvia Onorato
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FIT
FIT – Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea

 Un tema che esprime la voglia di rinascita che pervade il nostro tempo: un augurio e un desiderio di ricominciare dopo un periodo di perdita, assenza, distanza.

L’amore, quindi: Paola Tripoli lo definisce un “sentimento fuori moda” e “fuori dalle mode” perché non si allinea alle grandi questioni sociali tematizzate dalla scena culturale degli ultimi anni, talvolta con atti dimostrativi o scelte provocatorie che rimangono sulla superficie senza indagare realmente i fenomeni. Un sentimento che invece può fornire risposte valide – o persino l’unica risposta – proprio alle stesse grandi questioni sociali, e trasformare il mondo rendendolo “meno globalizzato, meno violento, meno antropocentrico, meno nefasto, meno apocalittico”.

Parlare d’amore, d’altra parte, ha affascinato l’uomo come poche altre tematiche: un concetto universale e vago al tempo stesso, una necessità avvertita con urgenza e insieme dipendente da una promessa. La sua immediatezza ha interrogato pensatori, poeti, religiosi; la sua complessità ha ispirato innumerevoli storie, sia di finzione che di vita vissuta; il suo mistero fa intuire un profondo legame con la bellezza estetica e morale. Infine, il semplice, familiare desiderio di “intensità affettiva dei rapporti umani” è un sentimento noto a tutti.
Un “sentimento primordiale” divenuto fragile: per il Pasolini di “Teorema” (1968), è il capitalismo a minacciarlo mortalmente, rendendo la relazione un routinario baratto di merce invece che un’occasione di profondità, di riconoscimento, di scambio di bene, disabituando gli esseri umani ad amare. Il tempo di pandemia ci ha forse scosso dal torpore relazionale? Costretti a un isolamento inedito, abbiamo riscoperto quell’originario desiderio di amare che in un tempo normale non avremmo avvertito?

BROS, Romeo Castellucci © Stephan Glagla
BROS, Romeo Castellucci © Stephan Glagla

In ogni caso, riflettere sull’amore nelle sue diverse declinazioni, come fa il teatro, aiuta a meglio comprendere sé stessi – questa è la promessa della ricca selezione del FIT di quest’anno. Dieci giorni di spettacoli, performance teatrali, cinema, danza, progetti (Luminanza, TIB meets FIT, Radio on the road), cene tematiche, e un concerto notturno, legati dall’esplorazione dell’amore, dal 1°-10 ottobre, con un’anticipazione il 28 e 29 settembre.
Dall’amore respinto messo in scena da Leonardo Lidi in “Fedra”, alle lettere d’addio cucite in una performance da Michikazu Matsune; dall’amore per le proprie origini del sudcoreano Jaha Koo, alla festa della malinconia di Francesca Sproccati; dalla teoria dell’amore dell’argentino Sergio Blanco, al rapporto con sé stessi di Tammara Leites e Simon Senn, passando per la fedeltà alla legge indagata in “BROS” da Romeo Castellucci. Non manca una proposta per il pubblico più giovane, con quattro spettacoli: “Cenerentola”, “Tangram”, “Jack e il Fagiolo magico”, “Il libro di tutte le cose”. Infine, il progetto cinematografico “Lingua Madre. Capsule per il futuro” (Premio Hystrio nella categoria Digital Stage) nato durante il lockdown in questa edizione viene per la prima volta proiettato in spazi fisici collettivi allestiti all’interno del LAC: il salotto cinematografico e Hall Other Lands. Qui avrà luogo una maratona filmica, oltre alla proiezione di due film prime assolute dei maestri del teatro Matìas Umpierrez e Rodrigo Garcìa.

Lab Rats, Cie Most © Julien Mudry
Lab Rats, Cie Most © Julien Mudry

Lasciamoci quindi ispirare dall’amore in scena al FIT, antidoto efficace allo “smarrimento generale post pandemico” (Carmelo Rifici, Direttore artistico del LAC) che mai lascia indifferenti.   

FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea è a Lugano dal 1° al 10 ottobre, con un’anticipazione il 28 e il 29 settembre. Prevendite online aperte.
Maggiori informazioni su FIT.ch

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