Alexej von Jawlensky, da Ascona a Lugano

Dal 23 aprile al 1° agosto presso la sede LAC del MASI è in mostra “Alexej von Jawlensky ad Ascona, i tre anni più interessanti della mia vita…”, un approfondimento tematico all’interno della mostra permanente sulle collezioni del MASI “Sentimento e osservazione”, curato da Cristina Sonderegger.
21 Aprile 2023
di Silvia Onorato
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Alexej von Jawlensky, "Paesaggio temporalesco", 1915, © Kunstmuseum Basel - Martin P. Bühler
Alexej von Jawlensky, “Paesaggio temporalesco”, 1915, © Kunstmuseum Basel – Martin P. Bühler

Concepita come approfondimento all’interno della mostra permanente “Sentimento e osservazione”, l’esposizione dedicata ad Alexej von Jawlensky intende contribuire alla lettura di uno dei periodi fondamentali della storia artistica del Cantone, fornendo un tassello di una più ampia panoramica sulla recente storia delle arti visive in Ticino – storia che dal XIX secolo è scritta dalla comunità artistica regionale, ma anche dagli artisti e collezionisti che hanno scelto il territorio ticinese come patria d’adozione.
Con un nucleo di oltre venti dipinti collocati nel cuore della collezione permanente, l’esposizione “Alexej von Jawlensky ad Ascona, i tre anni più interessanti della mia vita…”, ripercorre gli anni trascorsi in Ticino da Alexej von Jawlensky (Toržok, 1864 – Wiesbaden, 1941), pittore di origine russa naturalizzato tedesco. Tra i fondatori della Neue Künstlervereinigung München e membro del Blaue Reiter, allo scoppio della Prima guerra mondiale Jawlensky abbandona precipitosamente Monaco di Baviera riparando in Svizzera, dove abita dapprima nel Canton Vaud dal 1914 al 1917, quindi a Zurigo nel 1917, e infine dal 1918 al 1921 ad Ascona. Nelle sue memorie, Jawlensky ricorda con nostalgia i tre anni di permanenza ad Ascona come “i più interessanti della mia vita”: un periodo che segna la sua ricerca artistica e la fase pittorica successiva al rientro in Germania.

Alexej von Jawlensky "Testa Astratta: Forma primordiale", 1918 © Roberto Pellegrini
Alexej von Jawlensky “Testa Astratta: Forma primordiale”, 1918 © Roberto Pellegrini


Il percorso espositivo permette di apprezzare nella produzione di Jawlensky il passaggio dal post-simbolismo all’espressionismo, accostando dipinti anteriori alla guerra a quelli realizzati nel contesto di maggior semplicità di Saint-Prex: in fuga da Monaco e dalla sua vivace scena culturale, Jawlensky si ispira al paesaggio osservato dalla finestra di casa a Saint-Prex per iniziare un lavoro di astrazione e sintesi formale. Il primo dipinto “matrice” di questa ricerca è “Variation über ein landschaftliches Thema” (Variazione su un tema paesaggistico), realizzato nel 1914 e visitabile nella mostra: Jawlensky abbandona l’unicità della figura, dipingendo in modo più narrativo e registrando nei dipinti una sorta di diario in cui natura e interiorità si incontrano. Jawlensky è uno dei primi pittori a lavorare in serie, innescando un processo di stilizzazione che non si distacca mai completamente dal dato reale. Nel 1917 Jawlensky si trasferisce a Zurigo, dove si immerge in un contesto artistico in fermento; lì inizia una serie di “Teste mistiche”, volti femminili che pur ispirati a persone reali esprimono una forma universale e iconica del volto. A Zurigo Jawlensky si ammala, e per agevolare la convalescenza gli viene consigliato di spostarsi in Ticino. Al suo arrivo ad Ascona nella primavera del 1918 si dedica alla pratica artistica con ritrovata energia: sulle rive del Verbano consolida il suo linguaggio pittorico, in cui le accese cromie e le linee marcate dell’espressionismo si coniugano con le forme semplificate e le trasparenze cromatiche dell’astrazione. Ad Ascona Jawlonsky lavora parallelamente a quattro diverse serie, muovendosi da un tema all’altro con estrema libertà e al contempo suggerendo elementi di continuità; l’esito più innovativo delle ricerche ticinesi è la sintesi geometrica e le armonie cromatiche delle “Teste Astratte” (dette anche Teste Costruttiviste) di cui è esposta la “Uhrform”, la forma primordiale del 1918: la geometrizzazione raggiunge il suo apice per esprimere la forma universale del volto.

“Alexej von Jawlensky ad Ascona, i tre anni più interessanti della mia vita…” è al MASI, sede LAC, dal 23.04 al 01.08. L’inaugurazione dell’esposizione è il 22.04 dalle 18:00. 
Maggiori informazioni: masi.ch

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