Corpo e malinconia per Shahryar Nashat

Allestita dal 17 marzo al 18 agosto presso la sede LAC del MASI, “Streams of Spleen” è Ia più grande mostra personale in Svizzera dell’artista visivo Shahryar Nashat. L’installazione, curata da Francesca Benini, sviluppa una indagine sul corpo e sulla vita che lo attraversa.
15 Marzo 2024
di Silvia Onorato
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Shahryar Nashat, "Warnings", 2024 © the artist
Shahryar Nashat, “Warnings”, 2024 © the artist

Shahryar Nashat, nato nel 1975 a Ginevra, realizza sculture, video e istallazioni sul corpo umano, sulle sue percezioni e le sue rappresentazioni. Quella di Nashat è una indagine sul corpo analizzato dal punto di vista concreto, carnale, nelle sue funzioni volontarie e involontarie; una indagine sperimentale, spesso audace e che devia dalle norme del mondo dell’arte e delle sue istituzioni. Una indagine, infine, che intende suscitare nello spettatore – a sua volta incarnato – percezioni, reazioni, emozioni ambivalenti, di repulsione e di attrazione.
L’esposizione “Streams of Spleen”, curata da Francesca Benini e realizzata in collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma, è un progetto site specific che ha trasformato la sala ipogea del MASI. Nashat ha interpretato lo spazio architettonico creando un ambiente multisensoriale coeso e una installazione di grandi dimensioni in cui il pubblico può entrare. Il pavimento della sala è ricoperto di piastrelle viniliche riciclabili che attutiscono il rumore dei passi, mentre nell’ambiente sono diffusi una luce rosea e un suono avvolgente.

Veduta dell’allestimento “Shahryar Nashat. Streams of Spleen”, MASI Lugano, 2024 Foto © MASI Lugano, fotografo Luca Meneghe
Veduta dell’allestimento “Shahryar Nashat. Streams of Spleen”, MASI Lugano, 2024
Foto © MASI Lugano, fotografo Luca Meneghe


Al centro della sala è posto un volume scultoreo dal soffitto basso in cui il pubblico è invitato a entrare; le opere disposte nello spazio evocano la corporeità inanimata attraverso materiali artistici tradizionali, come marmo, resine, pittura a olio, ma anche attraverso scarti, fluidi e residui organici. Nashat si sofferma sulla dimensione fisiologica del corpo e sulla sua sfera emotiva, replicando la duplicità di spleen – l’organo della milza e insieme lo stato d’animo della malinconia.
Il percorso si conclude con il cuore pulsante dell’installazione: un video trasmesso in loop che alterna riprese dal vero, ricostruzione digitale e intelligenza artificiale. Protagonista è un lupo in libertà, filmato in un paesaggio innevato dei Grigioni e quindi ricostruito digitalmente ed esteso con l’intelligenza artificiale – lupo che simboleggia lo slancio vitale che abita il corpo, sia esso concreto, sia rappresentato visivamente.

“Shahryar Nashat. Streams of Spleen” è dal 17.03 al 18.08 al MASI, sede LAC.
Inaugurazione il 16.03 alle 18:00.
Maggiori informazioni: masilugano.ch


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