“E se la nostra vita sulla Terra fosse veramente il paradiso?” – Intervista a Gian Marco Sanna

Il 13 dicembre allo Studio Foce il fotografo Gian Marco Sanna presenta il suo libro d’artista “Paradise”. L’incontro, organizzato in collaborazione con Artphilein Editions & Bookstore vedrà il fotografo in conversazione con la Vittoria Fragapane e Matteo Paolucci, rispettivamente graphic designer e redattore dei testi del libro.
07 Dicembre 2023
di Silvia Onorato
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Gian Marco Sanna

Gian Marco Sanna si forma in fotografia analogica e digitale alla Scuola Romana di Fotografia di Roma. Dal 2015 al 2017 lavora al progetto “Malagrotta”, che documenta la più grande discarica d’Europa situata nell’omonimo quartiere di Roma; il libro d’artista realizzato per il progetto ha vinto diversi premi ed è stato presentato in Italia e all’estero. Vincitore di premi in Italia e all’estero è anche il secondo libro di Sanna, intitolato “Agarthi”: pubblicato nel 2018, il progetto racconta di come il mitologico sopravviva nel misterioso quotidiano del lago di Bolsena. Incontriamo Gian Marco Sanna per parlare del suo ultimo libro d’artista.

“Paradise” è il tuo terzo libro d’artista, e come le opere precedenti parla di natura e uomo. Qual è la ricerca che hai condotto? Quali luoghi hai fotografato?
Il lavoro nasce dal pensiero di J. L. Borges “La Terra è un paradiso, l’inferno è non accorgersene”. E se la nostra vita sulla Terra fosse veramente il Paradiso e noi la stessimo sprecando così? Leggendo il titolo del libro ci si aspetta un mondo colorato, ma invece troviamo solo immagini rosse e in bianco e nero, con un senso di oppressione e catastrofe immediata, proprio a cercare di ricreare quello che l’uomo vive tutti i giorni fingendo che quello sia il paradiso creato da se stesso. Il progetto “Paradise” nasce in Giordania nel 2019 e poi è stato portato avanti in diverse parti del mondo come Azzorre e parte del nord Africa. Volevo raccontare in modo critico la situazione attuale della Terra, e di come l’uomo la sta sfruttando portando la natura stessa e le risorse all’esaurimento. Così ho montato un vecchio filtro rosso sulla macchina fotografica proprio per accentuare questo senso di saturazione e sfinimento del pianeta, creando un mood catastrofico e quasi a giudicare l’operato dell’uomo. Mi ha aiutato molto questa nuova visione a uscire dagli schemi e a creare scene surreali, mi sono reso conto che forse era l’unico modo per dare una sensazione di sbagliato quando una persona vedeva le immagini. Inoltre quando montavo il filtro rosso sulla macchina fotografica avevo la sensazione di uscire dall’ordinario e di vedere un altro mondo nascosto ai nostri occhi, davanti a quei bei paesaggi da cartolina c’era un risvolto macabro visibile solo attraverso il filtro.

Perché ci si dimentica che la Terra è un paradiso? Cosa fare per esserne più coscienti?
A volte credo che basterebbe notare anche le cose belle, ma spesso notiamo soltanto quelle brutte. Ho sempre pensato che l’uomo sta vivendo nel modo sbagliato. Credo che ciò venga dimenticato perché siamo ipnotizzati da una ricchezza imposta dalla società, dove ti viene detto che chi è ricco vive e chi è povero muore – tralasciando domande importanti che dovremmo farci, come ad esempio da dove veniamo, dove andremo dopo la morte, per quale motivo viviamo questa vita.
Tramite il consumismo l’uomo è comandato sentendosi libero, ipnotizzato dal proprio alter-ego e dal denaro nasconde il suo “io”  e così come un lupo, incapace di provare pietà per la propria preda, l’uomo continuerà a consumare il pianeta pensando che morirà prima di vederne la fine.
Con egoismo abbiamo deciso che la vita di un insetto vale meno di quella di un uomo, tutti noi sappiamo che la direzione in cui stiamo andando è quella sbagliata, ma continuiamo a seguirla. Credo che per essere più coscienti dovremmo iniziare a rispettare la natura e il pianeta dove viviamo ripartendo dalle nuove generazioni.

Gian Marco Sanna, "Paradise", Artphilein Editions
Gian Marco Sanna, “Paradise”, Artphilein Editions


Tre sono le tonalità che usi – nero, bianco e rosso. Perché le hai scelte?
Oltre alla scelta estetica dell’immagine, che crea una luce surreale e allo stesso tempo un’immagine piatta, il rosso mi aiuta a dare un messaggio di “sbagliato” al lettore. Fin da quando siamo piccoli ci è stato insegnato che il colore verde è giusto e rosso è sbagliato, credo sia per questo che il rosso funziona molto bene in questo tipo di lavoro, le persone che vedono le immagini rosse percepiscono un senso catastrofico in quel contesto. Mentre per il bianco e nero, è stata una scelta estetica principalmente, il colore mi riportava troppo alla realtà uscendo da quel mondo che avevo creato nella mia mente.

Hai lavorato a “Paradise” insieme a Vittoria Fragapane e Matteo Paolucci. Come si è sviluppata la collaborazione?
Ho vinto il premio Artphilein durante il Liquida photo festival di Torino, che offriva la pubblicazione di un libro. Questo mi ha permesso di conoscere di persona una bellissima realtà di una casa editrice che cura al minimo dettaglio ogni singolo libro. Con Vittoria ci siamo trovati subito, abbiamo lavorato all’editing del libro per circa due mesi; l’idea era quella di far entrare il lettore in un’altra visione del mondo, come se avesse la consapevolezza di conoscere quei paesaggi e quei ritratti, ma allo stesso tempo fotografati con un filtro rosso trasmettevano un senso di disagio e catastrofe. Abbiamo impaginato il libro con immagini a vivo e usato una rilegatura svizzera con filo rosso, mentre la copertina è una fotografia rossa stampata a caldo su cartoncino nero che richiama uno squarcio, come a simboleggiare un’apertura verso un altro mondo.
Per quanto riguarda i testi, Matteo ha lavorato benissimo, avevo costruito un testo negli anni ma non ero mai riuscito a trascrivere bene quello che volevo rappresentare, così dopo diversi incontri con lui dove gli ho spiegato la mia visione ha creato un testo che completa il progetto stesso, aiutando il lettore capire il messaggio e ad entrarci dentro.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Sono nella fase di ricerca, lavoro a progetti a lungo termine e come ogni volta che ne chiudo uno, passo un periodo di ricerca e spaesamento. Mi sono sempre fatto trascinare dalla fotografia, nel senso che non ho mai deciso di raccontare qualcosa e poi l’ho fotografata ma è sempre avvenuto il contrario, inizio a fotografare e poi mettendo insieme le immagini mi rendo conto in quale direzione sto andando. Con Artphilein saremo a Parigi al polycopies a novembre e a dicembre al Foce di Lugano, mentre stiamo lavorando alla mostra che avrà luogo a maggio presso lo spazio “La Piscina” a Paradiso, curata da Vittoria Fragapane.

“Paradise” viene presentato da Gian Marco Sanna il 13.12 presso lo Studio Foce.
Maggiori informazioni: foce.ch

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