Intervista a Camilla Parini e Simon Waldvogel di Ticino is Burning

Venerdì 21 ottobre il movimento Ticino is Burning ha ricevuto il Premio Svizzero delle arti sceniche 2022 dell’Ufficio Federale della Cultura. Ticino is Burning, creato dai cinque artisti indipendenti ticinesi Elena Boillat, Camilla Parini, Francesca Sproccati, Alan Alpenfelt e Simon Waldvogel, intende riflettere sulla produzione nell’ambito delle arti sceniche e creare una rete di contatti.
08 Novembre 2022
di Silvia Onorato
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Ticino is Burning © Charlotte Krieger
Ticino is Burning © Charlotte Krieger

Ticino is Burning è un movimento nato nel 2020 su iniziativa di cinque artisti indipendenti ticinesi ragionando su cosa volesse dire esistere come artisti su un territorio piccolo e geograficamente separato dal resto del paese. Sostenuto da Pro Helvetia, il movimento ha come spinte primarie domandare, conoscere e allargare i confini: porre domande sui problemi legati all’essere artisti in Ticino, conoscere le realtà oltre Gottardo incontrando direttori di teatri, artisti, persone legate alle istituzioni culturali e alle arti sceniche, e condividere le proprie esperienze creando collaborazioni. I membri di Ticino is Burning hanno illustrato i loro propositi anche nell’ambito dell’evento M2ACT del Percento culturale Migros, tenutosi alla Gessnerallee di Zurigo nel 2021; con il progetto TIB meets FIT: un esercizio di co-creazione e collaborazione orizzontale tra gli artisti stessi del movimento e la direzione del FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea, con il supporto del LAC di Lugano in un rapporto tutt’ora all’attivo e in evoluzione.

Avete recentemente ricevuto il Premio svizzero delle arti sceniche dell’Ufficio Federale della Cultura. Congratulazioni! Cosa significa per voi?
SW: Siamo felici di questo premio, ma anche molto sorpresi, poiché solitamente viene dato come riconoscimento a carriere o percorsi già strutturati.
CP: Vogliamo accogliere questo premio come incoraggiamento, incentivo, rispetto a una proposta che sta nascendo e che ha ancora una strada da percorrere. È un bel segnale da parte dell’Ufficio Federale della Cultura, che ha deciso di prendersi anche un rischio nel premiare qualcosa di appena nato e non ancora così definito.

Vi chiamate “Ticino is Burning”: perché burning? Che cosa sta bruciando?
SW: È un nome che ci è stato dato in tono scherzoso durante un progetto di scambio tra artisti delle varie regioni linguistiche della Svizzera (Handle with care) a cui avevo partecipato. Si parlava dei rispettivi cantoni di provenienza e quando il discorso è passato al Ticino mi sono scaldato molto, descrivendo una situazione più periferica e complicata rispetto a quella degli altri partecipanti. Qualcuno del gruppo ha quindi esclamato: “Damn, Ticino is burning!”
CP: Il nostro è un fuoco interiore: avvertiamo profondamente il bisogno di esistere come artisti all’interno di un territorio che, sì, è il Ticino, ma fa parte di qualcosa di più grande, la Svizzera. Avvertiamo il bisogno di muoverci e di rivendicare quello che ancora non sta funzionando come dovrebbe affinché possiamo fare al meglio il nostro mestiere. Il nostro non è un fuoco distruttivo – non vogliamo continuare a lamentarci -, bensì un fuoco che crei un territorio fertile per poter costruire dei ponti più percorribili verso il resto della Svizzera e per rendere più solide le nostre radici in Ticino.

Quest’anno ricorrono due anni di attività. Quali sono i traguardi raggiunti per ora?
SW: Essere più visibili nel resto della Svizzera – non tanto in quanto artisti individuali poiché non si tratta di una autopromozione, quanto invece come territorio. Si sono inoltre aperte delle collaborazioni con artisti e istituzioni in Ticino e fuori, con possibilità inedite di lavorare in modo orizzontale tra artisti e istituzioni o tra artisti, come con il FIT Festival grazie al supporto del LAC e con il Theatertreffen.

Uno degli obiettivi è fare rete non solo in Ticino ma anche oltre Gottardo. Come viene accolta questa iniziativa dai vostri colleghi? 
CP: L’idea di muoverci oltre Gottardo è nata da un bisogno personale di conoscere e capire come funzionano le cose fuori dal Ticino. Abbiamo quindi preso tanti treni e bevuto tanti caffè dialogando con le persone con l’intenzione non solo di creare una rete di congiunzione, ma anche di conoscere in più profondità. Questa iniziativa è sempre stata accolta con grande apertura e curiosità. Addirittura, ancora prima di noi girava la voce su di noi. Forse anche perché il movimento è nato durante la pandemia e noi eravamo un’espressione di un bisogno più collettivo di tonrare ad uscire, muoversi, incontrarsi, condividere domande. Quello su cui ora stiamo riflettendo è il “ritorno in Ticino”, aprire il dialogo con le realtà locali. 

Un passaggio del vostro non manifesto recita “è un atto creativo”. Ticino is Burning è diventato anche arte?
CP: Per quanto portiamo avanti discorsi legati alla politica culturale, noi siamo prima di tutto artisti, quindi li affrontiamo usando i nostri strumenti e le nostre capacità. Poniamo sempre l’attenzione sul processo, non tanto su un’agenda di obiettivi; ci muoviamo nel presente, nelle relazioni, cercando di capire cosa accade, e questo lo consideriamo un atto artistico, un atto creativo.
SW: Ticino Is Burning è un atto creativo nel suo insieme, ma anche attraverso piccoli interventi concreti durante manifestazioni come FIT e Theatertreffen – occasioni in cui abbiamo espresso il nostro messaggio attraverso atti performativi, non legati alle nostre pratiche artistiche individuali.  

Quali sono i vostri progetti attuali?
CP: Abbiamo curato la programmazione delle arti sceniche per “La Straordinaria che avrà luogo dal 28 dicembre al 28 marzo a Lugano all’interno dello spazio temporaneo della Tour Vagabonde. Siamo partiti da un nostro bisogno di apertura e accoglienza, attivando la rete costruita fino a ora e invitando artisti delle altre regioni linguistiche a venire in Ticino per apprezzarlo non solo come luogo di vacanza ma anche come luogo dove avere scambi culturali – qualcosa che per noi artisti è molto importante.
SW: Questo si inscrive nell’intenzione più ampia di invitare artisti in Ticino per fare arte, e così rendere il territorio ticinese più interessante anche per loro. Abbiamo poi altri progetti in cantiere a cui stiamo lavorando e che speriamo possano vedere presto la luce.

Maggiori informazioni: ticinoisburning.ch

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