“La vera e più grande sfida” – Intervista a Yael Deckelbaum

Yael Deckelbaum è una cantante, cantautrice e attivista israeliana che porta un messaggio di guarigione e di pace. Il 2 aprile Yael Deckelbaum fa tappa per la prima volta a Lugano, allo Studio Foce.
09 Marzo 2023
di Silvia Onorato
Salva nei preferiti
Salvato

Condividi:

Yael Deckelbaum
© Muperphoto

Yael Deckelbaum è una cantante, cantautrice e attivista israeliana. Da molti anni è una delle musiciste più conosciute in Israele; fondatrice del trio Habanot Nechama – primo in classifica in Israele con il singolo “So far” – ha all’attivo tre album da solista e collaborazioni con artisti israeliani. Yael Deckelbaum è anche un’attivista per la pace tra Israele e Palestina: esponente di punta di Women Wage Peace, movimento pacifista nato nel 2014 che vede le donne – ebree e arabe – come protagoniste della ricerca di pace. Yael ha poi realizzato un progetto, “Yael & the Mothers”, con cui si batte per la pace e per i diritti delle donne. “What About the Women” è l’album che Yael porta in tour in Svizzera: oltre a Zurigo, Yael fa tappa per la prima volta a Ginevra e a Lugano. Il suo concerto, organizzato da Universal Sounds Ticino, è il 2 aprile allo Studio Foce.

Come ti sei avvicinata alla musica?
Sono cresciuta in una famiglia appassionata di musica. Mio padre, oltre a fare il dentista, suonava il banjo in un complesso country. Presto mio padre ha riconosciuto il potenziale della mia voce e mi ha portato a cantare in concerto con la sua band; per questo motivo sono abituata a esibirmi dal vivo da quando sono molto giovane. È sempre stato molto chiaro per me che la musica sarebbe stata la mia strada.

In che modo musica e attivismo si sono incontrati nella tua vita?
Grazie a una mia cara amica, Daphni Leef: Daphni è una attivista molto nota in Israele che nel 2011 ha guidato una grande protesta in tutto il paese. Quando ci siamo conosciute abbiamo intrapreso un viaggio musicale e sociale attraverso Israele, durante il quale ho compreso il ruolo che la musica può avere nella gestione di questioni sociali: la musica può aprire il cuore delle persone e predisporlo al dialogo con l’altro, ponendosi su un altro livello.
Un anno dopo ho aderito a Women Wage Peace, grazie al quale ho conosciuto la vincitrice del Premio Nobel per la pace Leymah Gbowee. Da quel momento la mia vita è cambiata: ora credo fermamente nel potere che le donne hanno di generare un cambiamento positivo nel mondo.

Cos’è Women Wage Peace? Come ne sei venuta a conoscenza?
Women Wage Peace si è formato nell’estate del 2014, durante l’escalation di violenza tra Israeliani e Palestinesi e l’operazione militare chiamata Margine di protezione. Il movimento è politicamente indipendente e non promuove nessuna delle soluzioni al conflitto generalmente proposte; quello che il momento fa, invece, è di incoraggiare le donne delle varie comunità a costruire ponti tra posizioni diverse, in modo da esprimere una richiesta unificata di cessazione del conflitto Israelo-Palestinese attraverso negoziazioni diplomatiche – negoziazioni in cui le donne siano rappresentate pienamente. Ho conosciuto il movimento grazie a un’amica; pochi giorni dopo averne sentito parlare, ho preso contatto e ho incontrato di persona le organizzatrici, mettendo a disposizione la mia musica per la causa. In quel periodo, le organizzatrici stavano preparando la Marcia della Speranza, e io ho scritto “Prayer of the Mothers”, canzone che poi ne è diventata l’inno. La Marcia della Speranza ha avuto luogo nel 2016: migliaia di donne hanno camminato dal nord di Israele fino a Gerusalemme, chiedendo la pace; richiesta che è culminata il 19 ottobre a Qasr el Yahud (a nord del Mar Morto) con la partecipazione di 4’000 donne – metà Palestinesi, metà Israeliane. Quella stessa sera, 15’000 donne hanno protestato davanti alla casa del primo ministro a Gerusalemme. Alla marcia ha partecipato anche la vincitrice del Premio Nobel per la pace Leymah Gbowee – attivista che ha permesso la fine della seconda guerra civile liberiana nel 2003 grazie all’azione condivisa delle donne.

Promuovi un messaggio di pace, inteso nel suo senso più ampio. Come aiutare questa causa in un mondo che pare sempre più ricco di conflitto?
Dopo anni in prima fila per la causa, mi sono sentita esausta; ho raggiunto la conclusione che dentro di me vi erano cose che avevo trascurato cercando di ispirare e convincere gli altri a vedere quello che per me era evidente. Durante il periodo pandemico ho potuto guardarmi dentro e capire che la cosa più importante che posso fare per aiutare il mondo è guarire me stessa. La nostra società è fatta di persone, e se le particelle che compongono la società sono infelici, il sistema non potrà dare luogo a una società che promuove la felicità, la guarigione, la prosperità interiore. 
Credo che possiamo fare molto, esternamente, per creare un mondo migliore; tuttavia, crearlo interiormente è la vera e più grande sfida. Questo è il punto a cui sono arrivata ora; non so ancora dove il mio viaggio mi porterà.

Il 2 aprile suonerai a Lugano per la prima volta. Cosa potremo sentire?
Sì, e sono molto emozionata. Canterò canzoni di diversi momenti della mia discografia: dalle canzoni del movimento, ad alcune più recenti e personali. Non vedo l’ora di condividere la mia storia e la mia musica con il pubblico di Lugano.

Yael Deckelbaum suona allo Studio Foce il 02.04 dalle 19:00.
Maggiori informazioni: foce.ch

Articoli più letti