Vasco Viviani conosce la musica da molteplici prospettive: proprietario di un negozio di dischi (Fargo Music a Chiasso), fondatore di etichette discografiche (Pulver und Asche Records, Old Bicycle Records), musicista (Nufenen), divulgatore musicale (sodapop.it) e organizzatore di concerti e rassegne underground. Nel 2017 fonda EEEE, Edizioni etiche ed estetiche, una etichetta discografica che produce un’opera all’anno: musicassette, dischi in vinile, forse in futuro libri. Vasco Viviani è anche un operatore sociale; attualmente è coordinatore del Centro Diurno Socio-Assistenziale Pro Senectute di Solduno.
La sua esperienza nel campo musicale abbraccia diverse prospettive. Come sono cambiati la musica e il modo di fare musica, nel corso del tempo?
Il mondo è cambiato, di conseguenza anche la musica è cambiata, insieme al motivo per cui si fa e il modo con cui si fa. Avendo passato i 40 anni appartengo alla scuola di pensiero della fruizione intensa della musica: iniziare e finire un disco, concentrarsi, fare ricerca, approfondire la storia dei musicisti, creare un legame affettivo ed emotivo con la musica, invece di subire il suono e trattare la musica come un sottofondo. Il legame con la musica è una vicenda molto personale, ma spesso capita che persone con un sentimento simile leghino tra loro e creino circuiti in cui essa viene ascoltata nello stesso modo. In vent’anni di attività nel campo musicale l’obiettivo che mi sono sempre posto è stato abbassare la soglia di accesso rispetto alla musica rivolgendomi a chi è interessato alla scoperta di nuovi suoni, a chi desidera essere sorpreso da qualcosa di cui non immaginava l’esistenza, e così entrare in un nuovo ambito.
Allo Studio Foce presenterà EEEE, Edizioni etiche ed estetiche. Di cosa si tratta?
EEEE, Edizioni etiche ed estetiche è il nome della mia ultima etichetta discografica. Il principio che la guida è la produzione di cose belle e fatte bene, in maniera curata, riducendo il numero di produzioni. Al Foce si esibiranno artisti legati al Ticino che non necessariamente incidono per EEEE, ma che sento affini al mio senso musicale e produttivo. Sul palco ci sarà artista principale Perpetual Bridge, progetto dell’artista luganese Nadia Peter che ha pubblicato (anche grazie anche al sostegno della Città di Lugano e al fondo Swisslos) in ottobre il suo primo album lungo con Everest records, un’etichetta di Berna. La precederanno Danilo Ligato, calabro-grigionese autore del sospensivo Fernweh, uscito su cassetta per EEEE e, per rompere il ghiaccio, Daniel Drabek e Francesco Giudici, due musicisti ticinesi fuori dalle righe, a cui si aggiungerà il musicista zurighese Simon Grab per una sessione di semi-improvvisazione.. Tutti loro rappresentano appieno i principi di EEEE: da un lato c’è la sperimentazione, la pazzia, dall’altro il rigore compositivo, il romanticismo ed una certa accessibilità che faccia incuriosire il pubblico profano.
EEEE produce un’opera musicale all’anno. Come mai?
È una decisione che ho preso all’inizio di questa avventura e che nel corso degli anni ha dato buoni risultati. Produrre un album per me non è qualcosa che si può fare a ciclo continuo, poiché ogni lavoro necessita di un percorso e di tanta attenzione. Produrre musica per me è una passione a cui riesco a dedicare una parte del mio tempo e della mia vita, pur facendo i conti con gli impegni lavorativi e famigliari. Per seguire bene ogni album ho quindi abbassato i ritmi produttivi. Ovviamente ad ogni regola corrispondone le eccezioni quindi seguite comunque quel che succede in casa, alcune sorprese sono appena arrivate!
Oggi siamo apparentemente sommersi di musica, avendo a disposizione un catalogo pressoché infinito di suoni. Che consiglio darebbe per aiutare a orientarsi?
Non sottovalutare la musica: fruire di un disco allo stesso modo in cui si fruisce di un libro, di un film, di una conversazione con un’altra persona, ovvero dedicare attenzione e tempo. Quando ascoltate un nuovo disco concedetegli 30, 40 minuti del vostro tempo, ascoltatelo dall’inizio alla fine e lasciatevi sorprendere, in positivo o in negativo. Al contempo, guardate le immagini e le rifiniture legate alla musica che si sta ascoltando: da anni viene stampata su supporti che sono curati dagli artisti e dalle etichette discografiche, sono i “vestiti” che completano il disco. In poche parole consiglio di dare la giusta attenzione a qualcosa che è in grado di farci cambiare umore, cambiare giornata, darci energia, creare la colonna sonora adeguata alla nostra quotidianità.
Lei è anche operatore sociale e lavora con gli anziani. Che ruolo ha la musica nella sua attività lavorativa?
Ha un ruolo molto importante, in più modi. Da un lato in modo attivo, attraverso attività di canto, di coro, coinvolgendo le persone tramite canzoni e motivi – una parte integrante della nostra cultura e importante veicolo di comunicazione. Dall’altro sviluppando la curiosità e destando reazioni, positive o negative; ogni reazione provoca un pretesto che genera uno scambio di opinioni, una discussione, un incontro. In questo la musica è una fondamentale alleata, poiché ci dà modo di comunicare. Quello che noto al lavoro è la sua assenza: quando la musica è finita, arrivando in uno spazio, è la prima a farsi notare; è una parte importante della quotidianità, l’ingrediente che riesce a speziare, condire i minuti che passiamo assieme.
Vasco Viviani presenta EEEE, Edizioni etiche ed estetiche allo Studio Foce il 18.11 alle 21:00.
Maggiori informazioni: foce.ch