“Una pacifica atmosfera di ascolto per tutte le età” – Intervista a Daniele Bianco

Sabato 8 luglio presso il Palco Fleur andrà in scena “Storie al telefono”, una lettura animata teatrale, interattiva e installativa di Daniele Bianco, in cui una selezione di “Favole al telefono” di Gianni Rodari vengono raccontate e ascoltate attraverso le cornette di telefoni vintage. Ne parliamo con Daniele Bianco, attore, regista, drammaturgo e pedagogo.
04 Luglio 2023
di Silvia Onorato
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"Storie al telefono" Daniele Bianco

Le “Favole al telefono” furono scritte nel 1962 da Gianni Rodari appositamente per viaggiare sulla linea telefonica: le fantastiche, delicate, divertenti brevi storie prendono vita nella lettura teatrale di Daniele Bianco grazie a una rete di telefoni vintage che mettono in collegamento il pubblico e un personaggio curioso. “Storie al telefono” è una produzione GRANDE GIRO, compagnia fondata nel 2013 da Lea Lechler, Valentina Bianda e Daniele Bianco che nel 2022 ha accolto Camilla Stanga, Arianna De Angelis e Fedro Mattei, compagnia contraddistinta da una linea artistica che si apre a svariati linguaggi: parola, movimento, musica, video. Daniele Bianco è attore, regista, drammaturgo, pedagogo. Inizia la sua carriera nel 1999 col teatro di strada, per poi formarsi alla Escuela de Circo Carampa di Madrid, all’Accademia Teatro Dimitri di Verscio e al RITCS di Bruxelles (Master in regia e creazione teatrale). Daniele Bianco conta collaborazioni a livello europeo con produzioni in Italia, Belgio, Francia, Svizzera e Spagna, e collabora con Clowns Without Borders come artista e coordinatore delle missioni internazionali.

Come è nata l’idea di realizzare le “Storie al telefono”?
L’idea mi ronzava in testa da un po’ di tempo. Durante la pandemia cercavo qualcosa da realizzare che si potesse fruire nei contesti di distanziamento che si erano creati. Ho quindi pensato a una piccola installazione (i partecipanti sono da 1 a 15) e a una narrazione realizzata dal vivo, fruibile a distanza attraverso la cornetta di un telefono. Ho scelto le “Favole al telefono” di Gianni Rodari, opera che avevo riletto da poco: storie brevi, molto divertenti, che mi piaceva rendere attraverso il mezzo che Rodari aveva usato per raccontarle.
Per realizzare l’installazione ho recuperato dei telefoni vecchio stile, con il tastierino rotante e le cornette – oggetti che tanti bambini nativi digitali non conoscono; i telefoni destinati al pubblico sono collegati attraverso una centralina a un telefono attraverso il quale posso raccontare le storie. Ci troviamo quindi a distanza di 3 o 4 metri, e al contempo siamo tutti nello stesso spazio. Ognuno fa una piccola esperienza, ma si è insieme; gli ascoltatori mi vedono, li accolgo, li faccio accomodare su piccole sedie e cuscini; e poi, inizia la narrazione. 

"Storie al telefono" Daniele Bianco
“Storie al telefono” Daniele Biancond


Chi è il personaggio con cui ci si mette in contatto attraverso la cornetta? Che cosa racconta?
Interpreto un personaggio bizzarro, che ho creato ispirandomi ad altri racconti di Rodari e a “Marcovaldo” di Italo Calvino. Lo stile è retrò, leggero e divertente: permette di interagire con le persone – bambini e famiglie sono i primi fruitori, ma le “Favole al telefono” sono scritte talmente bene che non hanno età. Le storie sono assurde, surreali, con protagonisti che talvolta ritornano; una racconta di un palazzo fatto di gelato, che tutte le persone della città arrivano a mangiare; un’altra parla di una bambina, Alice, che diventa così piccola che viene perduta dal nonno; e poi ci sono tutte le vicende di Giovannino. L’aspetto curioso di queste favole è che sono ambientate in diverse città italiane; a raccontarle nella versione originale è infatti un rappresentante che viaggia per l’Italia e che ogni sera al telefono racconta alla sua bambina una piccola storia prima che vada a dormire. Regalare una piccola storia fantastica prima di addormentarsi – un momento magico tra padre e figlia – è qualcosa di molto bello; sembra inoltre che Rodari abbia scritto le favole proprio per sua figlia.

Come reagiscono i bambini all’ascolto delle storie attraverso le cornette?
Tanti bambini non conoscono i vecchi telefoni ed è bello vedere anche l’approccio tattile rispetto al telefono, un oggetto che non sanno bene come identificare; poi osservano sia me che i genitori e familiarizzano presto, sentendo la voce che esce dalla cornetta. Sono subito rapiti dal racconto, attentissimi; questo mi ha sorpreso non poco, poiché pensavo che non essendoci immagini, essendo io seduto, fermo, e sentendomi loro a distanza, si potessero distrarre facilmente. Invece, si crea ogni volta un’atmosfera di ascolto molto pacifica, i bambini si concentrano forse anche maggiormente sulla storia raccontata in modo nuovo e diverso rispetto al regno delle immagini che oggi domina il quotidiano.

“Storie al telefono” è l’08.07 alle 18:00 presso il Palco Fleur.
Maggiori informazioni: luganoeventi.ch

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