“Uno spettacolo di suoni” – Intervista ad Anna Pedrazzini, drammaturga

“CenerentoQUA CenerentoLA” è uno spettacolo musicale e sensoriale dell’Associazione Lirica e Concertistica Italiana (AsLiCo) per bambini da 0 a 3 anni, che andrà in scena il 21 luglio al Palazzo dei Congressi durante il LongLake Family Festival. Ne parliamo con Anna Pedrazzini, che ha curato la drammaturgia dello spettacolo.
14 Luglio 2022
di Silvia Onorato
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Anna Pedrazzini
Foto: Jessica Malnati

“CenerentoQUA CenerentoLA” è uno spettacolo musicale e sensoriale realizzato nel contesto di Opera Baby, progetto educativo di AsLiCo rivolto ai bambini da 0 a 3 anni per introdurre i più piccoli alla musica e all’opera lirica. L’ideazione musicale è tratta dall’opera originale, di cui risalta le arie ricorrenti per invitare all’ascolto; l’esperienza promuove la sperimentazione tramite tutti i sensi con colori, forme, materiali e linguaggi pensati per una configurazione scenica a misura dei più piccoli.
Lo spettacolo che andrà in scena al Palazzo dei Congressi è tratto da “La Cenerentola”, dramma giocoso di Gioachino Rossini su libretto di Jacopo Ferretti, e prende come spunto un aspetto forse inedito di Cenerentola: la sua gelosia. Parliamo di “CenerentoQUA CenerentoLA” con Anna Pedrazzini, drammaturga.

Lo spettacolo è rivolto a un pubblico di bambini da 0 a 3 anni. Quali sono le caratteristiche di uno spettacolo per spettatori così piccoli?
La caratteristica principale della nostra Cenerentola è l’aver voluto che la narrazione fosse affidata unicamente alla musica, ai colori e al movimento dei protagonisti sulla scena, con la totale esclusione del linguaggio parlato. Se pensiamo alla musica, le parti strumentali sono ascolti a misura di attenzione dei bimbi, e i canti, proposti secondo i principi della Music Learning Theory del ricercatore e musicista americano Edwin E. Gordon, sono tutti senza parole. Cenerentola e suo papà si esprimono con pam, bah e altri suoni “neutri” così che tutta l’attenzione dei bambini si possa concentrare unicamente sulla musica, a vantaggio quindi di un ascolto il più efficace possibile. I momenti musicali presenti nello spettacolo sono frasi musicali brevi, che vengono ripetute con variazioni, inflessioni e modalità sempre diverse; tra una frase e l’altra c’è uno spazio per il silenzio, momento che aiuta l’elaborazione di quanto si è appena ascoltato. Lo spettacolo non presenta intere arie, ma parti salienti che introducono i piccoli spettatori al colore e al cuore della frase musicale rossiniana; sul palco ci sarà quindi musica senza parole, grazie al canto naturale, non operistico, dell’attrice Francesca Tripaldi (Cenerentola), e alla fisarmonica del musicista Paolo Camporesi (il padre di Cenerentola). Una musica che è prima di tutto contatto e relazione, grande principio di apprendimento, in un ambiente a misura di famiglie: i bambini e i genitori saranno invitati a sedersi a terra, vicino alla scena; i bambini saranno liberi di muoversi nello spazio e alzarsi. Lo spettacolo coinvolge anche i genitori, a cui verranno date istruzioni per partecipare: sarà importante sospendere l’uso della parola, e comunicare con i propri bambini con lo sguardo, gesti di accudimento, accompagnamenti ritmici, di body percussion, o vocali, proprio per dare ai bambini una massima esposizione alla musica, cogliere e assimilare i diversi suoni. Una musica, infine, che è accompagnata da colori e movimenti per rimarcare i diversi momenti in scena (il contrasto, l’affetto, la cura, la riappacificazione), creando una esperienza multisensoriale che stimola e accende l’interesse dei bambini.

Opera Baby è un progetto educativo di AsLiCo attivo dal 2015. Quali sono i benefici per i bambini di assistere a uno spettacolo musicale e sensoriale?
Proporre musica a bambini al di sotto dei tre anni vuol dire approfittare del momento in cui la loro capacità di assorbimento è al massimo livello. Musica varia e di qualità, proposta sia strumentale che vocale, ma anche immagini, figure, colori e movimenti sono stimoli importanti e che non possono che incidere più che positivamente sulla loro crescita. Non solo quindi un momento ludico e piacevole, ma anche di vero apprendimento in famiglia.

Lo spettacolo parla di relazioni familiari – in particolare, del rapporto di Cenerentola con le sorelle e il padre – mettendo in evidenza un aspetto forse inedito: la gelosia. Come viene indagato questo sentimento?

La versione originaria di Rossini rappresenta Cenerentola come una sorella maggiore buona e piena di virtù, protagonista di una storia di amore con un principe. La regista Sara Zanobbio ha deciso di dare un taglio che possa essere interessante per i bambini piccoli e i loro genitori, ovvero parlare dell’amore familiare e, più precisamente, di un momento cruciale nella crescita dei bambini: la nascita di fratelli e sorelle minori, e il conseguente cambiamento dei rapporti tra primogeniti e genitori. Spesso, infatti, quando nascono dei fratelli o delle sorelle, il primogenito si sente esautorato della propria posizione: da figlio unico, sempre ascoltato dai genitori, viene fortemente doverizzato e gli viene detto di essere più buono, di dare il buon esempio. Questo accade anche a Cenerentola: con la nascita delle due sorelle minori, non viene più ascoltata dal padre, bensì le vengono affidati numerosi compiti per tutta la famiglia, rendendola gelosa. A quel punto, Cenerentola si ribella e intraprende un percorso di crescita: si perde nel bosco, dove trova degli strumenti musicali che – in linea con la simbologia di Rossini – hanno un ruolo risolutore del conflitto. Dopo un momento di scontro con il padre, evocato dal temporale, grazie alla musica ha luogo la riappacificazione in un gran finale molto positivo che vede coinvolti tutti i partecipanti allo spettacolo. Il messaggio è duplice: da un lato, spiegare ai bambini che è normale provare questo stato d’animo; dall’altro, tracciare un percorso di ascolto per i genitori, per non cadere nell’errore di doverizzarli eccessivamente.

Cenerentola è una celebre fiaba il cui soggetto risale all’antico Egitto. Cosa rende la protagonista ancora attuale?
L’elemento eterno di questa fiaba è la capacità di Cenerentola di perdonare: nonostante i soprusi subiti, Cenerentola infatti perdona il padre.

Di Cenerentola esistono tante versioni. Qual è la peculiarità di quella di Gioachino Rossini, a cui è ispirato lo spettacolo?
Oltre all’amore adulto – di cui non abbiamo trattato nello spettacolo – nella versione di Rossini non c’è una matrigna, bensì ma un patrigno; ad aiutare Cenerentola non c’è una fatina, ma il precettore del principe. Inoltre, nella versione di Rossini non c’è una fatina a risolvere la situazione, bensì ci sono elementi reali, come la musica e il temporale. Da ultimo, manca la scarpetta di cristallo, perché nella versione rossiniana Cenerentola perde lo smaniglio, che è un bracciale.

“CenerentoQUA CenerentoLA” andrà in scena il 21.07 alle ore 17:00 al Palazzo dei Congressi durante il LongLake Family Festival.
Maggiori informazioni: longlake.ch

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