“Cosa fare della libertà?” – Intervista a Otello Cenci

“Liberi tutti!” parla di un burattinaio che desidera rendere libere le sue marionette. Ispirato a “La Sorpresa”, commedia in due atti di Chesterton pubblicata postuma nel 1952, “Liberi tutti!” va in scena al Teatro Foce il 20 gennaio nel contesto della rassegna GARDEN. Ne parliamo con Otello Cenci che ne ha curato la drammaturgia e la regia.
17 Gennaio 2023
di Silvia Onorato
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“Liberi tutti!” è uno spettacolo teatrale liberamente ispirato a un’opera di G. K. Chesterton: “La Sorpresa” è una commedia in due atti scritta nel 1932 e pubblicata postuma vent’anni dopo. Lo spettacolo di Otello Cenci e Giampiero Pizzol, “Liberi tutti!”, ne rilegge la trama in chiave contemporanea: protagonista è un burattinaio dal cuore nobile che scrive una commedia semplice e fiabesca per dimostrare che è possibile raccontare una storia senza personaggi cattivi e azioni malvagie. La scommessa è vinta, ma il burattinaio non è soddisfatto. Per i suoi pupazzi desidera un futuro più ambizioso, non vuole che interpretino la sua opera con obbedienza: per loro sogna il miracolo di essere, e non solo di agire. Lo spettacolo pone al centro l’uomo e le domande che lo animano, affrontando i temi del libero arbitrio, delle passioni amorose e del desiderio di felicità.

“La Sorpresa” di Chesterton è il punto di partenza dell’adattamento curato da lei e Giampiero Pizzol. Come è stato scelto?
“La Sorpresa” è uno dei testi meno noti di Chesterton, scritto per il teatro della sua città; ha una trama semplice, ovvero un burattinaio chiede per le sue marionette la capacità di agire liberamente – una bellissima sfida e una provocazione per ciascuno di noi, perché ci domanda se e quando siamo in grado di desiderare la libertà di chi ci sta accanto, dei nostri famigliari, dei nostri amici, dei nostri colleghi di lavoro; ci domanda quando siamo disposti ad amare e difendere la libertà dell’altro. Tematiche importanti, affrontate da Chesterton con l’ironia, la leggerezza e la poesia che contraddistinguono le sue opere  e che le rendendono accessibili a tutti. Ci siamo quindi paragonati personalmente con questi temi, adattando il testo, con l’aggiunta di un terzo atto conclusivo che rappresenta la sorpresa, nella sorpresa.

L’opera ha una impostazione di teatro nel teatro. Qual è la riflessione di Chesterton?
Pochi anni prima Pirandello aveva scritto “Sei personaggi in cerca d’autore”, inaugurando il meta teatro, mosso dal desiderio di un teatro autentico e capace di mostrare la verità di un uomo smarrito. Pirandello tratta di un rapporto conflittuale e irrisolto tra autore e personaggio. Chesterton rispose al testo, drammatico, di Pirandello cimentandosi con la stessa opportunità e problema dell’uomo rappresentato dalla libertà. Ne nacque una commedia. Questo perché nel testo di Chesterton c’è un autore presente, il grande burattinaio, che seppur sconvolto dalle scelte determinate dal libero arbitrio, accetta di rimanere con le sue creature e sostenerle nel loro percorso. 

Da “La Sorpresa” a “Liberi tutti!”. Come la sorpresa è collegata alla libertà?
Abbiamo scelto come titolo “Liberi tutti!” perché lo spettacolo è un inno alla libertà; un inno alla libertà nonostante tutti i rischi e i problemi che questa comporti, perché è la l’unica via possibile per il compimento di qualsiasi persona. L’uomo è veramente se stesso, solo ed esclusivamete se ha la possibilità di esercitare la propria libertà di scelta più profonda.

Le marionette avvertono il passaggio dalla vita determinata da altri, alla libertà? Come la accolgono?
Il primo atto si svolge in modo logico e preordinato; nel secondo invece la confusione regna sovrana perché ciascuno sceglie secondo propri criteri. Il passaggio è un punto delicato che nel testo originale viene solo accennato, e che abbiamo invece deciso di amplificare attraverso alcune scene. Il passaggio viene percepito giustamente, come inedita possibilità di scegliere: c’è chi la accoglie come un problema, come una difficoltà in più; c’è chi vi si abbandona irresponsabilmente, seguendo ciecamente la propria volontà e prendendo le decisioni più facili. Una costante dei burattini, però, è che in tutti rimane una sorta di malinconia per ciò che hanno vissuto in maniera idilliaca, aderendo innocentemente ad un disegno superiore: una trama prefissata. La libertà di scelta è, in fondo, un peso, al contempo è l’atto più rivoluzionario e interessante, che fa emergere le personalità, i bisogni, i desideri, la forza e le debolezze degli interpreti: fa nascere le persone. E’ in questo secondo atto così ricco di sorprese, di cambiamenti, di scontri, che la il pubblico si riconosce e si coinvolge. In fondo rivede la partita che ciascuno di noi gioca ogni giorno.

L’opera tratta del libero arbitrio, tema tra i più ricorrenti nella storia del pensiero. Qual è l’argomento di Chesterton per la libertà?
Il libero arbitrio non è per forza ribellione, anarchia, disobbedienza; il libero arbitrio è fondamentale perché l’uomo si compia, ovvero perché colga la possibilità di aderire alla propria realtà, ai propri desideri, allo scopo per cui è fatto. Potrebbe sembrare la strada più semplice, ma non è la più scontata. La libertà è la possibilità di ballare al ritmo della musica che si sente nel cuore.

“Liberi tutti!” va in scena al Teatro Foce il 20.01 alle 20:30, nel contesto della rassegna GARDEN.
Maggiori informazioni: foce.ch

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