“Come una giacca antipioggia” – Intervista a Claver Gold

Claver Gold è allo Studio Foce il 31 marzo per presentare il suo ultimo disco, “Questo non è un cane”, uscito nel settembre 2022. Incontriamo Claver Gold.
28 Marzo 2023
di Silvia Onorato
Salva nei preferiti
Salvato

Condividi:

Claver Gold (Daycol Orsini) nasce nel 1986 in un quartiere popolare di Ascoli Piceno. Presto scopre il writing e il rap, dalle battle di freestyle ai primi album. Le particolarità della sua scrittura cominciano a emergere sin dai suoi primi lavori grazie a testi ricchi di immagini, una scrittura introspettiva e ricca di citazioni. Per Glory Hole Records escono “Mr.Nessuno” (2013), “Melograno” (2015), e “Requiem” (2017) – disco ampio contenente numerosi featuring con i più importanti nomi del rap italiano, come Rancore, Ghemon, Egreen, Murubutu, Fabri Fibra. Nel 2019 vince il premio “Tonino Carino” come giovane eccellenza per l’interpretazione cantautoriale e pubblica l’EP “Lupo di Hokkaido”, portandolo in tour in tutta Italia. Nel 2020 pubblica “INFERNVM”, disco scritto a quattro mani insieme a Murubutu. Il suo ultimo album “Questo non è un cane” è uscito nel settembre 2022.

“Questo non è un cane” è il tuo ottavo disco, pubblicato a 5 anni di distanza dall’ultimo disco da solista. Come è stato scriverlo?  
Il disco è nato durante il periodo di pandemia, che per me è stato di solitudine e ricerca. Ho infatti avuto tempo e modo di riposare mentalmente, di dedicarmi alla lettura di testi che negli anni mi ero ripromesso di leggere, di occuparmi di arte e cinema. È un disco molto personale, che racconta una parte più matura di me.

Cos’è un cane, perché questo non lo è? 
In questo disco volevo raccontare l’amore espresso tipicamente dal cane, ovvero un amore puro, vero, incondizionato, che non ha bisogno di essere corrisposto; sarebbe bello se le persone riuscissero ad amare in questo modo. Il cane quindi è il protagonista e l’input principale del disco. Allo stesso tempo, il disco è un ritratto del cane, è il mio modo di vedere l’amore – non è una verità assoluta, non è un giudizio su come si deve vivere. Da qui il riferimento a “Questa non è una pipa” di René Magritte. 

Nell’intro dici “È un mondo dadaista, esteta, culturista / Si gonfia e si sgonfia, a seconda dei punti di vista”. Come barcamenarsi in un mondo così?
Credo che alcune cose debbano essere lasciate andare per come sono; alcuni avvenimenti del mondo vanno lasciati scorrere addosso, come se indossassimo una giacca antipioggia. Non possiamo combattere tutte le questioni del mondo; si può combattere per i propri principi e criteri, sempre secondo proprio percorso. Altrimenti, si viene schiacciati dal peso della vita.

Da Kant a Modigliani, tanti sono i riferimenti nel disco. Come li scegli?
Ho un background di arte che deriva dalle scuole superiori e dall’università, ma in generale l’arte mi ha sempre molto interessato. Se ho la possibilità mi rimetto a documentarmi e a leggere. È come se avessi una borsa in testa in cui nascondo tutti gli elementi che mi interessano, che quando mi metto a scrivere spuntano improvvisamente e diventano parte del testo.

Farai tappa a Lugano con “Questo non è un tour”.
La prima parte di “Questo non è un tour” si è conclusa qualche mese fa e siamo stati accolti molto bene; quasi tutte le tappe sono state sold out, sono venute tante persone. Non sono grande fan dei live, preferisco la parte creativa legata alla realizzazione di un disco; quando però durante i live vedo che mi torna un affetto così grande, mi rendo conto che è una cosa meravigliosa e una delle parti più importanti del mio lavoro.
Per la seconda parte del tour saremo in tre, DJ, io e Gian Flores, che si occupa della musica e suona diverse parti con la tastiera. Sarà un live molto rap con aggiunta di tastiere e parti elettroniche.

Claver Gold il 31.03 alle 21:30 allo Studio Foce nell’ambito della rassegna Raclette.
Maggiori informazioni: foce.ch

Articoli più letti