Intervista a Roberto Pianca, chitarrista e compositore jazz

Oggi conosciamo Roberto Pianca (CH, 1984), chitarrista e compositore jazz. Dopo aver concluso i suoi studi al Conservatorio di Amsterdam, Pianca ha suonato con alcuni dei più grandi musicisti della scena internazionale, tra cui Joey Baron, Russ Lossing, John O’Gallagher, Savina Yannatou, Thomas Morgan, Franco Ambrosetti, Pietro Tonolo, Dado Moroni, Jesse Van Ruller e tanti altri, esibendosi in club e festival in tutto il mondo con il suo gruppo (composto da Rafael Schilt, Glenn Zaleski, Stefano Senni e Paul Amereller) e altri progetti.
06 Maggio 2021
di Maddalena Moccetti
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Roberto Pianca
© Marika Brusorio

Nel 2008 ha fondato Third Reel, una collaborazione con il sassofonista Nicolas Masson ed il batterista Emanuele Maniscalco (la band, con due dischi all’attivo, è stata inserita nel catalogo della prestigiosa e leggendaria etichetta discografica tedesca ECM Records nel 2013). Appare su diversi dischi come sideman e ne ha pubblicati due come leader (Sub Rosa – WideEar Records 2017 e Mono No Aware – Honolulu Records 2021). In questa intervista ci ha svelato i suoi nuovi progetti e molto altro.

Ciao Roberto, grazie mille per esserti reso disponibile per questa intervista. La prima domanda nasce spontanea: hai voglia di raccontarci a grandi linee il tuo percorso che ti ha portato a essere un chitarrista e compositore di musica jazz?

Ho cominciato a suonare la chitarra classica intorno agli 11-12 anni, prendendo qualche lezione da mio zio Luca Pianca, in quel periodo però tenermi a casa a fare esercizi per la mano destra era piuttosto difficile (preferivo andare a giocare a basket con gli amici…) ed è così che mi sono reso conto di voler suonare uno strumento elettrico, poiché la musica che ascoltavo di più era il rock che girava in radio in quegli anni. Grazie a mio zio entrai in contatto con Giorgio Meuwly e la Scuola di Musica Moderna di Lugano dove cominciai a studiare musica e ad avvicinarmi al jazz. Ascoltare per la prima volta John Coltrane mi ha fatto innamorare di questo meraviglioso genere musicale e da quel momento non l’ho più abbandonato. Sono partito per studiare al Conservatorio di Amsterdam all’età di 20 anni e mi sono laureato nel 2008. Poi ho frequentato New York regolarmente, per studio e lavoro.

Potresti parlarci della scena jazz luganese?
Credo che la scena jazz luganese, o ticinese, necessiti più situazioni di aggregazione e collaborazione. A Lugano ruota tutto intorno al bellissimo spazio di Jazz in Bess, che possiamo facilmente definire il Jazz Club di Lugano (e che meriterebbe più sostegno da parte delle nostre istituzioni, come accade oltralpe), e alla Scuola di Musica Moderna, che prepara molto bene tanti giovani che si appassionano a questo genere musicale.

L’estate scorsa hai curato la direzione artistica di una serie di concerti per Longlake Festival. Com’è stata questa esperienza?
Una bella esperienza, mi ha contattato l’amico Filippo Corbella della Divisione eventi e congressi proponendomi questo progetto ed ho accettato subito, privilegiando giovani musicisti ticinesi e svizzeri (ma non solo) che reputo molto validi.

Hai suonato in tutto il mondo. Qual è la città più jazz?
New York City, senza ombra di dubbio. Anche se ci sono città più vicine a noi che hanno ottimi musicisti, penso a Zurigo e Milano, per esempio.

Qual è stato finora il momento più emozionante della tua carriera di musicista?
Tutti i momenti possono essere più o meno emozionanti, i concerti, le registrazioni e le uscite dei dischi, i tour e i viaggi. Lavorare con Manfred Eicher e pubblicare due dischi con ECM è stata un’esperienza unica. Nonostante le difficoltà, lavorare con il mio gruppo è particolarmente emozionante e gratificante, veder nascere un intero disco partendo da carta e penna.

Quali sono le tue passioni e i tuoi interessi, oltre alla musica?
Sicuramente l’arte in senso lato, soprattutto la satira, il cinema e la letteratura, non da ultime la cucina e la pesca no kill.

C’è in previsione qualche novità per il 2021?
A inizio anno è uscito Mono no aware il secondo album come bandleader con il mio gruppo Sub Rosa (Rafael Schilt, Glenn Zaleski, Stefano Senni e Paul Amereller), co-prodotto con Paolo Keller e Rete Due/RSI, pubblicato da una giovane etichetta italiana di amici e ottimi musicisti, Honolulu Records. Water invece è un duo ambient con Pearson Constantino uscito ad aprile per l’etichetta di Chiasso Pulver & Asche Records degli amici Alan Alpenfelt e Alfio Mazzei. Recentemente sono anche usciti un duo di standards con Stefano Romerio e l’ultimo lavoro in sestetto del pianista e organista Gianluca Di Ienno. Poi a breve un quartetto con Sophia Tomelleri, una registrazione con la cantante/polistrumentista Corinne Huber ed il batterista/percussionista Nicolas Stocker e sto anche iniziando il lavoro per il terzo disco col mio gruppo.

© Marika Brusorio

Qualche domanda per conoscerti meglio:

Musicisti preferiti di ieri?
Sono davvero troppi e la lista è infinita, se tralasciamo i giganti posso darti due nomi forse meno conosciuti ai più: Billy Bean e Booker Little.

E dei nostri giorni?
Anche qui, davvero tanti.

Libro o film?
Entrambi.

Dove passeresti una bella domenica di sole in Ticino?
A pesca, sul Lago di Lugano oppure a Orbello, in ogni modo, ovunque ci sia acqua.

Angolo preferito di Lugano?
Tanti angoli rimasti del centro storico che purtroppo (cosa che ritengo grave) non è stato mantenuto intatto negli anni, poi il sentiero di Gandria, il Lido S.Domenico e il Bar Tra.

Con quale musicista ti piacerebbe passeggiare per Lugano?
Barry Harris.

Film preferito di sempre?
Manhattan di Woody Allen, ma ovviamente non è l’unico.

Ultimo libro letto o significativo per te?
L’ultimo: Meridiano di sangue di Cormac McCarthy, il più significativo Delitto e castigo di Dostoevskij.

Una canzone che non ti stancheresti mai di ascoltare?
From the morning di Nick Drake e The light di Sun Kil Moon, soprattutto nella sua versione acustica. E poi tantissime songs del Great American Songbook.

Ci consigli un ristorante ticinese?
Osteria Ronchetto a Comano, Grotto Valletta e Grotto Della Salute a Massagno, Locanda Del Giglio a Roveredo Capriasca, Canvetto Ponte di Valle a Canobbio, e ce ne sono tanti altri molto validi!

Per concludere, hai una citazione preferita?
No, ma ultimamente ho letto questa da qualche parte: “Che m’importa della gloria, quando io scrivo per il pane?” (F.Dostoevskij)

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