“Poesia sonora” – Intervista a Daniel Maszkowicz

RöstiBrücke è un evento annuale translinguistico elvetico di concerti elettroacustici. Nato nel 2022 su iniziativa di SZKMD, l’8 marzo arriva per la prima volta in Ticino con un concerto allo Studio Foce. Ne parliamo con il fondatore del progetto, Daniel Maszkowicz.
23 Febbraio 2023
di Silvia Onorato
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Daniel Maszkowicz

RöstiBrücke è un progetto itinerante nato per promuovere lo scambio sonoro tra regioni linguistiche: costruire ponti attraverso concerti in sale di tutta la Svizzera. Nel 2022 la prima edizione a Cave12 a Ginevra e Walcheturm a Zurigo, nel 2023 la seconda con tre sale da concerto partner: oltre allo Studio Foce, anche il Centre Culturel ABC a La Chaux-de-Fonds e Klappfon a Basilea. Ne parliamo con il fondatore del progetto, Daniel Maszkowicz.
Intervista originale in inglese.

RöstiBrücke è un nuovo progetto. Come è nato? Qual è stata la motivazione per crearlo?
RöstiBrücke Electroacustic Cabaret è nato appena dopo la pandemia come tentativo di aprire uno spazio per artisti basati in Svizzera per suonare in Svizzera. Sembra strano, ma in effetti è più facile per i musicisti suonare all’estero che in patria – in particolar modo nel campo del design del suono, della musica sperimentale ed elettroacustica. Le barriere linguistiche e culturali in un paese piccolo come la Svizzera sono molto forti; quindi, dobbiamo costruire dei ponti.
Il concetto di cabaret è già rodato: a Ginevra organizziamo eventi “fai da te”, invitando diversi artisti locali a sperimentare nuovi suoni e nuovi strumenti, dando al contempo spazio per esibirsi ai nostri amici musicisti dall’estero in tournée in Svizzera – in passato abbiamo ospitato musica sperimentale da Francia, Germania, Polonia, persino Cina e Giappone. Durante la pandemia abbiamo fatto un evento cabaret intitolato RonosTerabak: un concerto di musica elettroacustica e performance, in cui gli artisti si esibivano vicino al pubblico, in un’atmosfera di apertura e inclusione. Attraverso RöstiBrücke stiamo provando a esportare questa impostazione da Ginevra al resto della Svizzera.

Dopo la prima edizione, che ha unito Ginevra e Zurigo, la seconda edizione unirà Ticino, Basilea e La Chaux-de-Fonds. Come sono state scelte le località?
La prima edizione ha unito due città di cui conoscevamo la scena – un buon punto di partenza per mettere alla prova l’idea. A Zurigo conoscevamo Patrick Huber, che al Walcheturm ospita eventi di musica sperimentale e cinema, mentre a Ginevra conoscevamo bene Sixto Fernando e Marion Innocenzi di Cave12 che organizzano eventi di questo tipo. Abbiamo quindi delineato il primo programma artistico, cercando partner finanziari che hanno risposto con entusiasmo.
Dopo questo successo, abbiamo subito cercato altre sale per la seconda edizione. La Chaux-de-Fonds era stata suggerita da un artista invitato alla prima edizione che voleva partecipare in prima persona alla costruzione di un ponte; l’artista ci ha messo in contatto con Yvan Cuche del Centre de Culture ABC. A Basilea siamo entrati in contatto con Michael Zaugg di Klappfon, con cui avevamo collaborato in passato. Infine, per mantenere un simbolismo illustrativo, abbiamo trapanato il Gottardo per raggiungere il Ticino: abbiamo contattato Alberto Barberis di OggiMusica, che ha molto apprezzato l’iniziativa e con cui abbiamo organizzato il concerto allo Studio Foce.

Cinque musicisti della Svizzera tedesca e francese saranno ospiti allo Studio Foce. Chi sono? Cosa potremo sentire?
Il programma è tutto costruito in modo da dare spazio non solo a diverse tecniche e generi, ma anche a diversi modi di usare il palco per entrare in relazione con il pubblico. Inoltre, alcuni degli artisti invitati hanno già suonato nella prima edizione e sono stati felici di partecipare alla seconda. Tutti e quattro i progetti propongono modi innovativi di suonare strumenti classici, come il sassofono, la batteria, la voce. Alcuni progetti fanno uso di effetti elettronici aggiunti e computer, altri no. Quindi sarà un programma ampio in termini di musica ed esibizioni, unito da un filo comune che ci piace definire “poesia sonora”.
Nat Cilia è una musicista che si è formata in jazz e teatro che usa campionamenti con piano, sassofono e altri strumenti. Vincent Glanzman è un batterista che ha esperienza nell’arte contemporanea, le cui esibizioni da solista propongono un modo molto giocoso di usare batteria e microfono. Antoine Chessex è un famoso sassofonista sperimentale e ricercatore in studi del suono che isola fini movimenti in strutture sonore monolitiche. Per concludere la serata, kokhlias и loulan (Olga Kokcharova e Antoine Läng) è un duo che suona musica molto poetica con registrazioni e megafoni.

Qual è l’aspetto più bello del mettere a contatto musica di regioni linguistiche diverse?
Uno dei concetti fondativi di RöstiBrücke è di costruire ponti bidirezionali in Svizzera. Quindi, la nostra ricerca si concentra su cercare non solo sale da concerto ma anche artisti da città e regioni che non conosciamo ancora, o a cui non penseremmo. RöstiBrücke permette di fare bellissimi incontri e scoperte – per pubblico, artisti e noi organizzatori: i concerti danno occasione di esprimere potenziale, di formare legami, di far crescere la comunità. Ma la cosa più bella è che, dato che il nostro è un paese piccolo, siamo tutti raggiungibili velocemente attraverso il nostro incredibile sistema ferroviario.
Il futuro di RöstiBrücke è ancora sconosciuto – anche questo è un aspetto molto bello. Faremo qualcosa nei Grigioni? Uniremo con i nostri ponti altre città, come Biel, Berna e Lucerna? Faremo andare le città in zone di montagna e di campagna? Siamo ancora in una fase esplorativa, quindi vorremmo anche crescere come squadra includendo nell’organizzazione gli artisti stessi. RöstiBrücke potrebbe diventare una piattaforma che connette artisti e sale da concerto – non vogliamo crescere come una squadra di management curatoriale; vogliamo invece crescere come un ponte, una iniziativa che in un modo organico invita artisti per partecipare e presentare il loro lavoro.

Il progetto è dedicato alla musica sperimentale. Come vedi la Svizzera come luogo di creazione di musica innovativa?
È una domanda difficile e che riceverebbe diverse risposte a dipendenza da chi risponde; forse si potrebbe porre a ogni artista di nicchia, in ambito musicale e artistico in senso ampio.
Ci sono alcuni aspetti negativi. Gli artisti che fanno musica sperimentale spesso hanno anche un lavoro secondario – legato alla musica oppure no – altrimenti diventa un esercizio impegnativo e faticoso. Queste sperimentazioni richiedono anche molto lavoro e tempo per fare ricerca – devi conoscere le regole della musica per poterle infrangere, no? Le sale da concerto che ospitano musica innovativa a volte faticano a raggiungere un pareggio finanziario, dato che questi generi musicali non sono molto popolari – o almeno non lo sono ancora. Detto questo, ci sono sempre delle eccezioni.
Ci sono anche diversi aspetti positivi. La libertà di collocarsi fuori da un genere permette di esplorare e creare musica che è molto ricca di emozioni e un contenuto narrativo vero. C’è una particolare sensibilità sviluppata dagli artisti che fanno questo tipo di musica, che trova pubblico e spazi in Svizzera. Inoltre, sembra che le istituzioni svizzere capiscano l’importanza dell’innovazione nel campo dell’arte e della musica, quindi le supportano sempre di più offrendo fondi sia agli artisti che agli organizzatori di iniziative di questo tipo. Prevediamo quindi un futuro in cui sia possibile rompere il ghiaccio tra pubblico e generi musicali sperimentali – a ogni modo, questi sono gli obiettivi a cui stiamo lavorando. Vediamo cosa accadrà.

RöstiBrücke è l’08.03 alle 20:00 presso lo Studio Foce.
Maggiori informazioni: foce.ch

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