Son Lux è una band americana di musica sperimentale nata come progetto solista di Ryan Lott (tastiere, voce), che ha prodotto tre album: “At War with Walls & Mazes” (2008), “We Are Rising” (2011) e “Lanterns” (2013). Nel 2014 incontra Ian Chang (percussionista) e Rafiq Bathia (chitarrista), che da musicisti di supporto in tour entrano nel progetto con l’album “Bones” (2015). Dopo “Brighter Wounds” (2018), nel corso di due anni Son Lux pubblica la trilogia “Tomorrows”, coltivando un linguaggio musicale radicato nella curiosità e nell’equilibrio degli opposti, mescolando influenze soul, hip-hop e improvvisazione sperimentale. Il più recente progetto di Son Lux è la colonna sonora del film sci-fi “Everything Everywhere All at Once”, uscito da pochi mesi negli Stati Uniti per la regia di Daniel Kwan e Daniel Scheinert, prossimamente nelle sale cinematografiche svizzere; un punto di arrivo collettivo nel solco dell’esperienza nella composizione di colonne sonore di Ryan Lott e Rafiq Bhatia (“The Disappearance of Eleanor Rigby”, 2013; “Afflicted”, 2013; “Air”, 2015).
Son Lux nasce come progetto solista di Ryan Lott, a cui si sono uniti Rafiq Bhatia e Ian Chang. Come avete deciso di collaborare?
Quando abbiamo capito che suonare in una band composta di tre elementi era una incredibile opportunità di espandere gli orizzonti ed esplorare nuovi territori. Cominciando a suonare e scrivere musica insieme, poi, ci siamo resi conto che la somma era più grande delle singole parti.
Quali sono le vostre maggiori influenze musicali?
Troppe: ci ispiriamo a tanti che sono venuti prima di noi – in particolare, alla musica molto vecchia, a quella molto nuova, a quella molto accattivante, a quella molto sperimentale. La nostra speranza è di creare una identità sonora unica e originale, che suoni familiare e al contempo nuova a chi ci ascolta.
La vostra musica, sperimentale ed elettronica, viene definita in diversi modi: alt-pop, post-rock, avant-pop. Come la definireste voi?
È semplicemente Son Lux, ha! Da un lato capiamo che è utile per le persone usare i generi musicali, per esempio per collocare i nostri album negli scaffali dei negozi di musica, o per spiegare la nostra musica a chi non ci conosce; dall’altro, non vogliamo limitare le nostre possibilità di esplorare e decostruire stili musicali, attribuendoci uno o più generi specifici.
Componete anche colonne sonore. Pochi mesi fa avete pubblicato la colonna sonora di “Everything Everywhere All at Once”, frutto di sei anni di lavorazione condotta individualmente. Come è avvenuto il processo?
L’architettura e la narrativa della musica sono state scandite dal film – architettura e narrativa che contengono riferimenti a numerosi approcci e generi musicali. Abbiamo composto questa colonna sonora durante il periodo del COVID, lavorando quasi esclusivamente separati l’uno dall’altro. Siamo stati fortunati ad avere un progetto così ambizioso a spronarci a collaborare assiduamente, considerando che nello stesso periodo avremmo dovuto essere in tour dopo la pubblicazione della trilogia “Tomorrows”.
Cosa si prova a essere tornati a suonare dal vivo?
È emozionante, una fonte di nuove energie e ispirazioni. Suonare dal vivo ci dà tante sensazioni positive, che ci ricordano quanto amiamo il pubblico e che la sua presenza ha un apporto importante per la nostra stessa esperienza della musica. In fondo, suonare dal vivo per un pubblico non è che una piccola manifestazione del grande bisogno primordiale di comunità e condivisione che accomuna gli esseri umani.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Sono tanti: per i prossimi due anni ognuno di noi lavorerà a progetti solisti; lavoreremo poi insieme al nostro prossimo album di studio come Son Lux. Stay tuned!
La band Son Lux si esibirà al LongLake ROAM Festival il 23.07 alle 21:30 presso il Boschetto del Parco Ciani.
Maggiori informazioni: longlake.ch