Intervista a Rosina Flückiger, musicista

Rosina Flückiger, classe 1995, comincia lo studio del pianoforte a 8 anni, cui affianca in seguito lo studio del clarinetto. Nel 2013 vince il primo premio al Concorso Svizzero di Musica per la Gioventù nella categoria quattro mani con Nuno Santos.
24 Agosto 2021
di Maddalena Moccetti
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Rosina Flueckiger

Ottiene il Bachelor of Arts in Music nel 2017 al Conservatorio della Svizzera Italiana, dove prosegue gli studi con un Master of Arts in Music Performance – Ensemble Conducting per diventare direttrice d’orchestra, con il Prof. Marc Kissoczy. In contemporanea sta ottenendo un CAS in Contemporary Repertoire Conducting con il Prof. Arturo Tamayo. Da febbraio 2020 è direttrice dell’Orchestra di Spiez. È inoltre corista al SoprAlti Choir of Opernhaus Zürich.
Abbiamo fatto alcune domande a Rosina per conoscerla meglio.

Ciao Rosina, grazie mille per esserti resa disponibile per questa intervista, è bello conoscerti. Prima di tutto, mi piacerebbe sapere come ti è nata la passione per la musica.
Grazie mille, per me è un onore! Ho imparato ad amare la musica sin da piccola. Non vengo da una famiglia di musicisti, ma sono tutti grandi amanti della musica in generale (dalla classica al jazz, dalla salsa al rock). La mia passione per la musica classica in realtà è nata un po’ più tardi; da piccola suonavo solo per puro divertimento, lasciando un po’ correre le dita sui tasti con l’obiettivo di suonare il più velocemente possibile.
È stato un concerto in particolare, in una piccola chiesa a Blonay, con un’orchestra d’archi giapponese diretta dall’ormai molto anziano Francis Travis, che mi ha profondamente emozionata. Per il direttore quello deve essere stato l’ultimo concerto, e sia il pubblico che l’orchestra non hanno potuto trattenere le lacrime dall’intensa commozione del momento. Ho sentito un forte senso di unione e affetto, al di là di ogni differenza di nazione, genere o età. Questa esperienza mi è rimasta impressa nel cuore e mi ha dato tanta fiducia nel linguaggio universale, ovvero la musica. Da quel momento ho desiderato diventare musicista.

Attualmente, oltre a essere pianista stai anche studiando per diventare direttrice d’orchestra. Quando hai capito che questa carriera ti poteva interessare?
Adoro suonare il pianoforte, sia da sola che con altri musicisti. Tuttavia, dopo aver colto ogni possibilità di suonare in orchestra con il pianoforte, e dopo aver suonato diversi anni il clarinetto nella Filarmonica di Arogno, mi sono appassionata per quel particolare ecosistema variegato ed interessantissimo chiamato orchestra. Inoltre, ho da sempre ammirato l’infinito repertorio scritto per orchestra, ancora più vasto che quello scritto per pianoforte. Non credo che ci sia stato un momento preciso in cui ho deciso di intraprendere questa strada, ma è da tanti anni che studio l’incantevole repertorio sinfonico per conto mio e pian piano questo ha preso il sopravvento sullo studio del repertorio pianistico. Adoro condividere momenti musicali ed esplorare la musica composta da grandi geni del passato e del presente, ma devo ancora abituarmi alla posizione centrale come direttrice d’orchestra.

In cosa consiste la formazione per diventare direttrice d’orchestra?
Ufficialmente, per diventare direttrice d’orchestra si dovrebbe completare il “normale” studio accademico (Bachelor e Master) nell’ambito specifico della direzione d’orchestra. In realtà però, se si guarda il curriculum di grandi direttori e direttrici, si possono trovare percorsi molto variati, che però evidentemente sono stati efficaci e fruttuosi.

Quale aspetto di questo lavoro pensi sia poco conosciuto?
Le ore di studio solitario a leggere e studiare la partitura; dal quadro generale al più piccolo dettaglio di ogni nota, ogni strumento, ogni voce, analizzando ogni caratteristica melodica, armonica, timbrica, dinamica e agogica. Inoltre, la necessità di studiare il contesto storico, sociale e culturale della composizione.
Relativamente poco conosciuta dalla maggioranza è anche l’importanza delle prove con l’orchestra, in cui viene modellata tutta la musica. In quei momenti la figura del direttore è fondamentale per rendere proficuo ogni istante di lavoro e soprattutto per dare un’idea coesa e speciale all’interpretazione di un brano.

Qual è stato finora il momento più emozionante della tua carriera di musicista?
Siccome sto ancora studiando e cogliendo ogni opportunità di fare musica, non credo che io possa affermare di aver già avuto una carriera da musicista. Durante il mio percorso ho però già avuto alcune bellissime esperienze, sia suonando e cantando che dirigendo. Direi che finora l’esperienza più emozionante sia stata il concerto finale di una Masterclass a Mosca, in cui ho diretto alcune parti di Evgeny Onegin di Tchaikovsky, con orchestra e cantanti fantastici (il tutto quando non avevo ancora iniziato a studiare il russo!).

Quali sono le tue passioni e i tuoi interessi, oltre alla musica?
Adoro la natura! Mi meraviglia ogni giorno e in ogni suo più piccolo dettaglio. Sono appassionata di piante, mi piace fare la vendemmia con la famiglia e fare escursioni in montagna. Mi interessano le scienze naturali, anche se non ho ancora trovato un modo per continuare a studiarle per puro diletto dopo il liceo (materie come la chimica non sono un hobby consueto). Mi interessa anche molto la politica, l’attualità a livello regionale e mondiale – in particolare nell’ambito della sostenibilità.

Che piani hai per il futuro, e quali sogni?
In questi tempi incerti è molto difficile avere dei piani sicuri per il futuro, sto cercando diverse possibilità e sicuramente devo anzitutto finire gli studi. Però ho tanti sogni: ci sono tante composizioni straordinarie che mi piacerebbe dirigere. Un altro obiettivo che mi sono posta è di rendere la musica classica più accessibile a un pubblico più variegato; sono sicura che è possibile entusiasmare anche chi di solito non l’ascolta. Il mio sogno più grande è dirigere Don Carlo di Giuseppe Verdi!

Qualche domanda per conoscerti meglio
Compositore preferito?
Bach.

Oltre alla musica classica, quale genere musicale ti piace?
Un genere particolare di musica elettronica.

E quale invece non sopporti?
Non credo che esista un genere musicale che non sopporto.

Se potessi nascere in un’altra epoca, sceglieresti…
L’età dei lumi, però magari non da donna. Immagino che, in un contesto sociale fortunato, sia stato un momento storico molto stimolante per la ricerca e il forte desiderio di conoscenza.

Angolo preferito del Ticino?
Arogno.

E di Lugano?
Il Parco Ciani e il LAC, il nostro gioiello culturale.

Con quale musicista o compositore ti piacerebbe passeggiare per Lugano?
Con Puccini, anche se immagino sarebbe amareggiato dall’assenza di un teatro d’opera.

Film preferito di sempre?
The Other Bank, film della Georgia, semplice ma tragico e davvero emozionante.

Ultimo libro letto o significativo per te?
Il Coriolano di Shakespeare. Il genio di Shakespeare è riuscito a farmi entusiasmare nonostante io non sia affatto appassionata di trame belliche ed eroiche.

Una canzone che non ti stancheresti mai di ascoltare?
La prima sonata per violino e pianoforte di J. Brahms.

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